Roma, 30 mag. - Si accende la polemica tra sindacati e Regione in merito alla sanità laziale. Uil Fpl e Cisl Fp, in una nota, attaccano l'amministrazione guidata da Zingaretti, denunciando che "si è ormai raggiunto il punto di non ritorno", soprattutto a causa "dell'assoluta mancanza di relazioni sindacali". Immediata la risposta dalla Pisana, che rispedisce "le accuse al mittente".
Un complesso aspetto in discussione riguarda la gestione dei lavoratori. I sindacati sottolineano "le oggettive carenze di organico con una selvaggia precarizzazione che consiste in una costante esternalizzazione dei servizi che, ancorché indispensabili per garantire l'assistenza ai cittadini, sono addirittura minacciati dal ricorso ad ulteriori e peggiorative misure di precarietà, come il lavoro interinale. A tutto questo si aggiunge il numero di oltre 3.000 dipendenti a tempo determinato in attesa di una stabilizzazione che ormai da un decennio attendono". La Regione garantisce, dal canto suo, di aver "sollecitato il Governo ad emanare il decreto per la stabilizzazione del comparto sanità". E sul tema degli esternalizzati e del personali interinale, ricorda che "si è raggiunto l'accordo presso l'Ufficio provinciale del Lavoro di Rieti sui 194 lavoratori della Asl che non stanno percependo lo stipendio e il giorno 4 giugno è stato convocato dal Prefetto di Roma il tavolo sui lavoratori del Policlinico Umberto I".
Uil e Cisl entrano poi nello specifico delle tematiche legate al tessuto occupazionale, osservando che "sono migliaia i lavoratori in difficoltà, senza risposte adeguate. Solo a titolo esemplificativo si ricordano i 150 lavoratori di Villa Betania (presidio ospedaliero della Asl Rm/E) a cui non è assicurata la continuità del rapporto di lavoro; i 1.300 lavoratori del Fatebenefratelli, che sono in attesa di conoscere gli esiti della istanza prefallimentare; i 700 lavoratori della Cooperativa del Policlinico Umberto I, che rischiano il licenziamento se non prorogata la gara al 31 luglio p.v.; i 262 lavoratori che sono stati messi in mobilità dal Gruppo San Raffaele; i lavoratori della sanità pubblica coinvolti nella riorganizzazione annunciata, prevista dai programmi operativi 2013-2015, di cui non si conosce nei termini, la reale applicazione".
Ma la denuncia sindacale è legata anche al decreto adottato il 26 maggio dal Commissario, Nicola Zingaretti, e dal Sub Commissario ad acta, Renato Botti, che "in modo unilaterale, senza il confronto con le parti sociali, approva un bando di mobilità interregionale, che impedisce ai dirigenti delle professioni infermieristiche della Sanità laziale di vedere riconosciuta la propria professionalità e di concorrere, attraverso l'attivazione di un pubblico concorso, alla possibilità di inquadramento nelle 19 posizioni dirigenziali previste per il ruolo infermieristico che almeno parzialmente, dovrebbe consentire l'applicazione della L. 251, datata 2000, che nella nostra Regione non ha visto l'applicazione".
L'amministrazione replica evidenziando che "per quanto riguarda i temi di Villa Betania e del Fatebenefratelli la Regione Lazio sta costantemente monitorando la situazione tenendo continuamente informate le organizzazioni sindacali. Sul concorso pubblico per le dirigenze infermieristiche è abbastanza singolare che la Cisl e la Uil siano contrarie ad una trasparenza e al rispetto delle norme, tenuto conto che la Regione Lazio attende da oltre 14 anni l'immissione di nuove leve per dirigenti infermieristici".
Infine, per quanto concerne l'accusa di "assoluta mancanza di relazioni sindacali", dagli uffici regionali si precisa che "sono già stati convocati per la discussione dei fondi contrattuali e della mobilità il prossimo 12 giugno e per le problematiche relative alla Rsa il 19 giugno".
(Cds/ Dire)