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Regionali Lombardia, Letizia Moratti spacca anche il centrosinistra

Tra i veti incrociati di centristi e M5s, il Partito Democratico cerca la quadra per sfidare il centrodestra

Pubblicato:30-09-2022 17:05
Ultimo aggiornamento:30-09-2022 17:05
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Di Michele Bollino e Nicola Mente

MILANO – Letizia Moratti spacca tutto, non solo il centrodestra. L’onda lunga dello scontro tra l’assessora al Welfare e il presidente Attilio Fontana arriva anche nel campo del centrosinistra, ancora fermo nella scelta del suo candidato per le prossime elezioni regionali in Lombardia. Se il Pd cerca di trovare faticosamente una quadra, dopo un risultato alle politiche che ha consegnato la maggioranza assoluta degli elettori al centrodestra, gli altri partiti si dividono. Azione e Italia Viva, infatti, non nascondono di guardare con interesse all’attivismo di Moratti e pongono un veto sul M5s, mentre i pentastellati rispondono di essere pronti ad andare da soli.

IL PD CERCA LA QUADRA: NO A MORATTI, SÌ A MODERATO CHE PIACCIA AD AZIONE

Le parole di Letizia Moratti scuotono la politica lombarda. E mentre esplode lo scontro con l’attuale presidente Attilio Fontana, il Partito democratico studia le contromisure per evitare “che la candidatura di Moratti spacchi più il centrosinistra che il centrodestra”. Se, infatti, il sostegno del centrosinistra alla vice di Fontana è ipotesi da scartare (“fuori discussione”, è l’espressione precisa), i dem ora pensano a un candidato “moderato” che possa trovare il gradimento anche di Azione. Questo il ragionamento che autorevoli esponenti del Pd a palazzo Marino fanno con l’agenzia Dire in vista delle elezioni regionali in Lombardia, previste per la prossima primavera.


Secondo i dem, Moratti “non è un profilo super partes” ma una figura troppo legata all’attuale maggioranza. Il sostegno del centrosinistra ad una sua candidatura è quindi escluso, e nel Pd sono convinti che anche per molti esponenti di Azione “appoggiarla potrebbe essere un problema”.

Tuttavia, il rischio che una corsa solitaria dell’attuale vice possa trovare il sostegno del Terzo polo esiste. Per questo nel Pd si inizia a ragionare su un profilo di candidatura “che possa piacere ad Azione”. Un “moderato”, perché una candidatura “troppo connotata a sinistra” potrebbe definitivamente allontanare il tandem Calenda-Renzi che, alle politiche, in Lombardia ha raggiunto la doppia cifra.

Niente primarie, quindi, anche perché la richiesta avanzata dall’assessore Maran è “confusa”, fatta più per “smuovere le acque” dopo che la sconfitta alle politiche ha “bruciato” il nome di Carlo Cottarelli, candidato in pectore del Pd Lombardo.

E proprio sul nome il Pd sembra essere in ritardo. I profili che sono sul tavolo, dal sindaco di Mantova Mattia Palazzi a quello di Brescia Emilio Del Bono, “non sono nomi di peso”. Meglio dunque ragionare con i possibili alleati, quindi, perché se il centrosinistra dovesse andare diviso in una tornata già tradizionalmente ostica “non ci sarebbe partita” e le elezioni si trasformerebbero in un derby Fontana-Moratti.

ITALIA VIVA: MORATTI? PRIMA I CONTENUTI, POI I NOMI. MA NON CHIUDIAMO PORTA A NESSUNO

“Noi non chiudiamo porta a nessuno, ma non vorremmo parlare subito di alleanze e di candidati, piuttosto partire dai contenuti. Siamo comunque intenzionati a consolidare il risultato importante ottenuto in Lombardia, nonché interessati a costruire attorno a noi un’alternativa al governo di centrodestra che è diventato destra, ed ha dimostrato di non saper gestire questa fase. Ci stiamo già lavorando”. Sono le parole di Mauro Del Barba, coordinatore regionale di Italia Viva, che ai microfoni della ‘Dire’ commenta la situazione attuale nella politica lombarda, con la vicepresidente Letizia Moratti ormai in chiara opposizione al proprio governatore Attilio Fontana, e con una suggestione di ‘cambio casacca’ da parte dell’ex sindaco meneghino, attratta dalle sirene del terzo polo.

Il Pd pare escludere l’opzione Moratti (è aperto invece il dialogo con i calendiani), mentre dalle parti di Renzi e dintorni, almeno a quanto sembra, non c’è alcuna chiusura preventiva. Tutto, a patto che si trovi una sintesi sui contenuti.

AZIONE: ALLARGHIAMO CAMPO, MA NON VERSO POPULISMO ALTRIMENTI PRONTI A CORRERE DA SOLI

L’aspetto fondamentale è che la proposta alternativa al centrodestra “parli la lingua dei lombardi” e si rivolga a “tutti quei cittadini terribilmente delusi da una giunta Fontana debolissima ma non per questo disposti a votare coalizione troppo sbilanciata a sinistra, o con sbandamenti populisti”, altrimenti il terzo polo può fare tranquillamente la propria corsa, perché l’eventualità “non spaventa”, soprattutto “alla luce del 10% ottenuto in Lombardia”. Il consigliere regionale di Azione Niccolò Carretta preferisce non entrare nel merito dello scontro Moratti-Fontana, con la vice ormai di fatto ‘avversaria’ del proprio governatore, ma offre una prospettiva sulla posizione del ‘terzo polo’ in vista delle prossime regionali.

“Non entriamo nel merito delle diatribe di maggioranza, noi stiamo facendo un lavoro di opposizione, perciò penso che queste domande vadano poste a loro” afferma Carretta alla ‘Dire’, preferendo non infierire sui dirimpettai.

L’unica chiusura che pare trapelare neanche troppo velatamente è quella al M5S. “Se si dovesse fare una proposta raffazzonata mettendo dentro tutto e il contrario di tutto a noi non interessa”, ribadisce, osservando tuttavia come la disponibilità al dialogo per ampliare la coalizione c’è, ma non nella direzione del partito di Conte. “Noi ci siamo anche anche per allargare il nostro perimetro creando un’alleanza più ampia e soprattutto più solida”, sottolinea Carretta, “purché non ci si chieda di sostenere partiti o persone e posizioni populiste, perché la mission del terzo polo a livello nazionale così come in Lombardia è esattamente opposta, ossia- conclude- quella di portare un buon riformismo, serietà e competenza nelle istituzioni”.

VIOLI (M5S) AVVERTE: NIENTE AMMUCCHIATE O ANDIAMO SOLI

La palla per costruire la coalizione avversaria al centrodestra in Lombardia alle prossime regionali non è in mano al Pd, e un eventuale accordo attualmente è lontano. Lo afferma chiaramante il coordinatore regionale del M5S in regione Dario Violi, il quale ai microfoni della ‘Dire’ non esclude l’eventualità che il Movimento decida di correre la propria partita da solo, in quanto “non subalterno a nessuno”.

D’altronde, “il partito al livello nazionale non ci dà indicazioni e non ci obbliga ad andare in coalizione, siamo liberi e autonomi”, chiarisce Violi, dopodiché “qui in Lombardia alcune cose le abbiamo condivise e altre no”, quindi al momento “ci sono delle condizioni da superare notevoli, io oggi la vedo più no che sì”.

La versione moderata su cui sembrano voler convergere dem e terzo polo non convice il coordinatore regionale pentastellato. “Che si parli di primarie per fare regolamenti di conti interni a un partito o che si cerchino posizionamenti romani per inseguire la Moratti che rappresenta il centrodestra storico in questa regione, sono alchimie politiche e non ci interessano”, precisa, anche perché “i lombardi non sono stupidi, vedono operazioni da salotto e le vedono in modo molto chiaro”. Dopodiché “il candidato moderato l’hai creato già con Gori e ti sei schiantato: non vuole dire niente candidato moderato, senza considerare il fatto che così- osserva- crei un quadro in cui c’è Fontana, Moratti moderata e un altro moderato, a dimostrazione che tutti vogliono andare al centro”.

Un quadro che sicuramente non andrebbe bene al M5S. Niente “ammucchiate”, niente “subalternità a nessuno”, proposte “chiare” e dipende “con chi”. In virtù di ciò, “se non ci fossero le condizioni di creare un’alternativa a tutto questo (l’amministrazione di centrodestra, ndr) ci presenteremo da soli, d’altronde lo abbiamo sempre fatto e non vedo perché non potremmo farlo anche questa volta”, chiude Violi.

SALA: DUELLO FONTANA-MORATTI PUÒ SPACCARE MAGGIORANZA, NON SARA’ CANDIDATA CENTROSINISTRA

Lo scontro tra Attilio Fontana e Letizia Moratti “lo guardiamo con interesse perché è chiaro che potrebbe spaccare in parte il campo del centrodestra. E in teoria potrebbe essere anche meglio per un candidato di centrosinistra. Però è tutto da capire”. Così il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenendo a margine di una iniziativa al villaggio della Coldiretti, questo pomeriggio a Milano.

Secondo Sala, però, Letizia Moratti non è ancora fuori dal centrodestra “perché io per il momento sento parlare la Lega, non sento parlare altri, quindi non escluderei che Moratti stia parlando con altre componenti del centrodestra. Io la conosco bene e lei conosce bene me, tutti noi sappiamo che è una persona molto determinata, però questa determinazione così forte che sta mettendo in campo può far pensare che qualcuno del centrodestra in realtà stia dialogando”.

Ma una Letizia Moratti in corsa per le prossime regionali senza il centrodestra potrebbe essere sostenuta dal centrosinistra? “Questo mi sento di escluderlo- risponde Sala- per sua storia personale, ma non credo che nemmeno lei abbia alcun interesse. Mi sento di escludere che sia la nostra candidata, sono certo che non voglia essere la nostra candidata”.

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