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Droga a Milano, il prefetto Saccone rivendica: “Abbiamo smantellato il boschetto di Rogoredo”

Il boschetto di Rogoredo, considerato il mercato di droga all'aperto più importante d'Europa, ora "è un luogo vivibile da parte di tutti i cittadini"

Pubblicato:26-07-2021 13:03
Ultimo aggiornamento:26-07-2021 13:03
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boschetto rogoredo
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Di Nicolò Rubeis

MILANO – Grazie all’impegno “del Comune di Milano, attivo con le associazioni per recuperare parte del verde cittadino, della Regione, che con Ats si è occupata a fondo della prevenzione”, e agli interventi “della Prefettura, che insieme alle forze dell’ordine ha messo in campo azioni di controllo e represione”, è stato “smantellato un luogo, come il boschetto di Rogoredo, considerato il mercato di droga all’aperto più importante d’Europa”. A rivendicare quanto fatto negli ultimi anni nell’area verde di Porto di Mare, spesso teatro di spaccio e tossicodipendenza, è il Prefetto di Milano Renato Saccone, intervenuto durante la conferenza stampa di presentazione di un protocollo d’intesa per la promozione di attività di cura e manutenzione di parchi e giardini con il coinvolgimento di persone detenute.

Oggi, il boschetto di Rogoredo, “è un luogo vivibile da parte di tutti i cittadini– continua Saccone- ma il percorso non si ferma”. E non solo per il fatto che “abbiamo smantellato il mercato di droga, nonostante dei ‘rivoli’ che vanno controllati e seguiti”, ma perché la zona “continua a essere oggetto di grande attenzione”.


La vita e la fruibilità del parco, per il Prefetto, è infatti “la prima garanzia di salute del territorio”. Ed è in questo contesto che si inserisce il protocollo siglato oggi alla presenza del sindaco meneghino Giuseppe Sala e della ministra per la Giustizia Marta Cartabia. Il quale “aggiunge ulteriori elementi di qualità”, spiega Saccone.

L’intesa infatti (denominata ‘L’unione fa la forza – volontari al servizio di una Milano più verde e più bella’), come sottolinea Giovanna Di Rosa, presidente del tribunale di Sorveglianza di Milano, porterà alla formazione di 20 detenuti in tre anni, che daranno una mano per dare un nuovo vestito alla città: “Una boccata d’ossigeno per le carceri milanesi– conclude Di Rosa- che potrà restituire dignità attraverso il lavoro”.

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