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In sette da Ferrara per la Parigi-Brest-Parigi: 1200 km in 90 ore, sfidando sonno, guasti e maltempo

La celebre corsa transalpina nasce nel 1891. Attualmente si svolge ogni 4 anni

Pubblicato:18-08-2023 15:19
Ultimo aggiornamento:18-08-2023 15:19

ferraresi gara ciclismo
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FERRARA – Qualcosa come 1.200 chilometri in bici da percorrere entro 90 ore. Ci proveranno da domenica anche sette ferraresi che hanno deciso di cimentarsi nella sfida della randonnée (manifestazione per ciclisti che amano le lunghe distanze) Parigi-Brest-Parigi: si corre una volta ogni quattro anni, dalla capitale francese all’Atlantico e ritorno da completare appunto in 90 ore al massimo; 1.200 chilometri in sella. Massimiliano Cantelli, Isabella Chiodi, Francesco Dellamorte, Simone Dovigo, Emilio Junior Francischetti, Massimo Leonetti, Ulises Gabriel Miranda tenteranno l’impresa affiancati, per la logistica di viaggio, da tre soci della ferrarese Witoor: Giacomo Buzzanca di Padova, Marco Casadio di Lugo, Gianluca Liberti di Treviso.

LA STORIA DELLA PARIGI-BREST-PARIGI

La celebre corsa transalpina nasce nel 1891, da un’idea di Pierre Giffard per rilanciare il quotidiano ‘Auto-Vélo’, si correva allora ogni 10 anni. Era riservata ai professionisti, fino al 1951, in quanto ‘L’Équipe’, che organizzava l’evento, non trovò più concorrenti. Da quell’anno è una corsa amatoriale ogni quattro anni.

Erano anni di ciclismo eroico, in cui si correva con bici da 20 chili, senza cambi, su strade fangose o dissestate, punteggiate dai chiodi che si staccavano dalle suole dei contadini. Si correva da soli, senza squadra, i distacchi erano non di secondi, come nel ciclismo di oggi, ma di ore.


La Parigi-Brest-Parigi è appunto una randonnée: si corre sfidando se stessi, per completare il percorso entro il numero di ore previsto. In questo caso, le 90 ore “sono sfidanti: non sono tante se consideriamo che oltre a pedalare si deve anche mangiare e dormire”, racconta Dovigo, presidente di Witoor e organizzatore della Rando Imperator da Monaco di Baviera a Ferrara, una randonnée da 600 chilometri che è qualificante proprio per la partecipazione a questo evento.

PARIGI-BREST-PARIGI, I DETTAGLI DELLA GARA

Gli iscritti alla corsa francese quest’anno sono 8.000. L’iter di registrazione è lungo e selettivo: per accedere alla pre-registrazione si deve completare un brevetto nell’anno precedente e più lungo è il chilometraggio concluso prima si apre il cancello per la registrazione. In particolare, per confermare la registrazione è necessario, nell’anno in corso, vantare almeno quattro brevetti, uno da 200 chilometri, uno da 300, uno da 400, uno da 600, accumulando una distanza di 1.500 chilometri entro inizio luglio. “Questi due anni di avvicinamento, personalmente mi hanno affascinato molto. Questo evento non è solo una questione di ‘gamba’ e preparazione fisica, la differenza la fa la testa e il corretto setup della bicicletta basato sulle specifiche esigenze personali, che si scoprono pian piano solo con tante ore di allenamento”, dice Dovigo.

I guasti meccanici sono un’altra incognita: perché la pe-be-pe (P-B-P come lo pronunciano i francesi) si corre in autonomia, senza rete di assistenza organizzata, senza ‘ammiraglie’. Ci sono punti-tappa con tendoni per dormire, ma spesso gli iscritti si organizzano con alloggi privati: “La gestione del sonno è difficile: non è il pedalare la notte, ma sapere dove e quando dormire. Noi partiremo domenica 20 agosto tra le 18.30 e le 18.45, quindi pedaleremo subito l’intera notte. Per la prima sosta, per le pochissime ore di sonno a disposizione, tra il chilometro 450 e il chilometro 515 i ferraresi hanno prenotato appartamenti, ma “consapevoli che tutto potrà cambiare al momento, basta pensare alle avversità meteo”, spiega Dovigo. Per la seconda sosta-sonno, “si andrà un po’ a sensazione e per qualcuno sarà possibile sfruttare i dormitori messi a disposizione dall’ente organizzatore”.

“È difficile immaginare l’atmosfera che regna alla P-B-P: ogni paesino di campagna lungo il percorso attende i ciclisti, giorno e notte, prima nel viaggio di andata, poi nel viaggio di ritorno“, racconta Dovigo. “Chi è ancora diretto a Brest, a un certo punto inizia ad avvistare chi sta già pedalando verso Parigi, oltre il ‘giro di boa’ dei 600 chilometri. Di notte un lunga fila di luci si snoda lungo le strade che fanno su e giù dalle colline (il percorso non ha grandi asperità, ma è avaro di pianura). A volte nei campi si avvista chi -travolto dalla fatica- si mette a dormire sull’erba. Ma il tifo inizia a casa, nei giorni precedenti di preparativi. Arriva dagli amici, dalle famiglie, senza le quali tutte quelle ore in sella non sarebbero possibili, dai compagni di avventura”.

Un plauso a “grandi atleti ferraresi” e ambasciatori della città arriva dal sindaco Alan Fabbri che ringrazia in particolare Dovigo, “grande organizzatore capace di aggregare tanti appassionati, promuovendo iniziative ed eventi, come la Bike night e la Rando Imperator, che, nati nel nostro territorio, hanno avuto successo nazionale e internazionale”. Dovigo tifa per i suoi ‘colleghi’ ferraresi, in particolar modo Isabella e Gianluca, “perché li ho visti nascere e crescere, ciclisticamente parlando. I loro primissimi obiettivi in sella sono stati i 100 chilometri della Bike Night Emilia Romagna per Isabella e della Bike Night Alpe Adria per Gianluca. Poi superato quello scoglio si sono innamorati dell’idea di partecipare alla Rando Imperator e hanno centrato l’obiettivo dei 600 chilometri tra l’edizione del 2022 e quella di quest’anno”.

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