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Sinistra unita, finalmente. Intervista al capogruppo Tony Margiotta

SAN MARINO - Gli avversari se ne facciano una ragione:

Pubblicato:11-04-2016 11:51
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:32

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tony-margiottaSAN MARINO – Gli avversari se ne facciano una ragione: alle prossime elezioni ci sarà un’unica lista di area riformista, in grado di catalizzare tutte le forze di sinistra del Paese, con Sinistra unita in prima fila. Tony Margiotta, capogruppo di Su-LabDem, protagonista di questa settimana per “Politicamente”, risponde a chi, nei giorni scorsi, ha minimizzato la portata del progetto della Costituente riformista. Forse perché “comincia a essere tanta la paura di doverci fare i conti”. Margiotta chiarisce poi come proprio il processo intrapreso per l’aggregazione della sinistra abbia portato al recente accordo di collaborazione consiliare definito con Laboratorio Democratico. Conferma poi la solidità dei rapporti con il Psd, partito promotore del tavolo riformista. Malgrado le ritrosie degli alleati di Civico 10 infatti, “per noi di Sinistra Unita- evidenzia il capogruppo- il  Psd è un interlocutore molto importante”. E il patto solidale tra le forze di sinistra andrà rispettato: presupposto è infatti l’esclusione di“coloro che hanno avuto o hanno tuttora questioni giudiziarie da chiarire, a prescindere dalla loro sigla di appartenenza”. Perché “la questione morale- precisa- costituisce per Su  un elemento qualificante ed irrinunciabile su cui improntare la nuova stagione politica”.

Nell’intervista, Margiotta affronta poi temi di attualità politica quali il rapporto con l’Italia alla luce dell’offensiva della Gdf, la priorità delle priorità, ovvero la tutela dei lavoratori e di chi il lavoro non ce l’ha, quindi i temi di rappresentatività sindacale e rilancio dell’occupazione, Referendum sul polo del lusso, riforma dell’Iva. Infine, il punto di vista sulla collaborazione avviata dall’ “ex”, Alessandro Rossi e Noi sammarinesi.

Recentemente il segretario del Pdcs, Marco Gatti, parlando dei processi di unione e avvicinamento delle forze politiche sammarinesi, ha osservato come ci sia molta confusione negli altri partiti. A riguardo, Sinistra unita, che ha intrapreso il percorso della Costituente riformista e di recente ha allargato il proprio gruppo consiliare a LabDem, ha qualcosa da replicare in merito? Avete le idee chiare o confuse sul futuro prossimo del suo partito?


Sinistra Unita ha le idee chiare non solo sul futuro del Partito, ma sul futuro che vuole dare al Paese. Nel gennaio 2015 abbiamo fatto il nostro primo congresso dal quale è scaturita una linea politica e di intenti chiara e precisa: catalizzare tutte le forze di sinistra, andando a contrastare la frammentazione e costruire insieme una proposta di centro sinistra per il Paese. Dall’anno scorso abbiamo lavorato per realizzare ciò. Penso che il Segretario del Pdcs farebbe meglio a occuparsi del suo partito, evitando di dare le pagelle agli altri. Probabilmente però, comincia a essere tanta la paura di dover fare i conti con una organizzazione unitaria della sinistra riformista e democratica sammarinese. Gatti deve rassegnarsi: alle prossime elezioni ci sarà un’unica lista di area riformista e Sinistra Unita è fortemente impegnata in questo progetto di aggregazione e semplificazione del quadro politico. L’accordo di collaborazione consiliare definito con Laboratorio Democratico va proprio in questa direzione e va valutato in termini estremamente positivi.

In una precedente intervista a Politicamente, il capogruppo di C10 Andrea Zafferani aveva indicato una lista di papabilialleati, includendo Rete e la forze al tavolo riformista, ma precisando che del Psd avrebbe preferito la parte ‘democratica’. Su invece ha aderito alla costituente riformista senza fare distinzioni. Ritiene che il Psd- toccato comunque dalla questione morale e oggi in maggioranza- sia un interlocutore interamente credibile?

Per noi di Sinistra Unita il  Psd è un interlocutore molto importante, anche ai fini del progetto di aggregazione di cui parlavo prima. Per noi resta fondamentale la credibilità delle persone che dovranno portare avanti l’intera proposta e, proprio per questo, non possono e non potranno farne parte coloro che hanno avuto o hanno tuttora questioni giudiziarie da chiarire, a prescindere dalla loro sigla di appartenenza. La questione morale costituisce per noi un elemento qualificante ed irrinunciabile su cui improntare la nuova stagione politica che intendiamo delineare. 

Questa legislatura, giunta nella sua fase finale, è stata caratterizzata dalla emergenze da affrontare per il governo e il Consiglio grande e generale, fuori e dentro i confini.  Rispetto i rapporti esterni, superata la black list, ottenuti i riconoscimenti internazionali, puntualmente il Titano viene messo ancora in discussione dall’amministrazione fiscale italiana. Secondo Lei, dove sono le responsabilità, in Italia o a San Marino? 

E’ chiaro che è tanta l’amarezza per l’ennesima iniziativa della Guardia di Finanza nei confronti della Repubblica di San Marino. Sinistra Unita è davvero preoccupata per una vicenda che sta creando un pericolosissimo clima di sfiducia e tensione nel tessuto economico e sociale del Paese. Non è mio compito stabilire di chi siano le responsabilità, mi limito solo a constatare che anche questa situazione denota una significativa debolezza della nostra politica estera. Interpreto l’azione della GdF come un attacco all’economia e al sistema dello Stato di San Marino. Questo avviso di accertamenti a tutti coloro (residenti e non residenti) che hanno svolto operazioni bancarie con banche sammarinesi è un’azione devastante all’immagine di San Marino, ma anche per coloro che sono o saranno interessati ad investire nel nostro Paese, e questo non lo possiamo permettere ed accettare. Già nell’agosto del 2015 erano arrivati alcuni segnali della GdF della procura di Forlì e i Segretari di Stato alle Finanze e Esteri sono corsi subito dal Ministro per le Finanze Padoan per chiedere chiarimenti e rassicurazioni. Ma ora queste rassicurazioni si sono trasformate in prese in giro e per uno Stato sovrano è inaccettabile. Per fortuna, la Commissione Consiliare per Affari Esteri nella sua seduta di giovedì scorso ha assunto una validissima posizione politica con l’approvazione unanime di un ordine del giorno, che spero venga utilizzato correttamente dal Congresso di Stato. A questo punto il Segretario di Stato per gli Affari Esteri non ha più alibi, ha l’appoggio di tutte le rappresentanze consiliare per agire immediatamente sul terreno politico e diplomatico.

Sul fronte interno invece le emergenze riguardano in primis la mancanza di occupazione. Come partito di sinistra è un tema che vi preoccupa. Quali iniziative vorreste che fossero prese per farvi fronte?

L’emergenza lavoro è l’elemento di maggiore preoccupazione per Sinistra Unita. È centrale, ma non si crea a parole: servono politiche che puntino ad una sinergia di tutte le segreterie di Stato, per fare in modo che si realizzi una riforma del mondo del lavoro che sia armonizzata da una programmazione economico-territoriale a medio e lungo termine. In altre parole, San Marino deve programmare il proprio futuro, formare le persone e creare nuova imprenditoria. E’ giunto il momento di mettere in campo un piano generale per la piena occupazione dei sammarinesi, che dovrà indubbiamente partire da una riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociale e che al contempo venga accompagnato da un progetto complessivo di rilancio economico. Sono ancora troppi i fattori di debolezza in termini di competitività del nostro sistema economico per puntare a una ripresa stabile e strutturale. Mi riferisco alla scarsa certezza del diritto, all’eccesso di burocrazia, alle difficoltà nell’accesso al credito, allo stato di precarietà della finanza pubblica, all’arretratezza delle infrastrutture tecnologiche e urbanistiche e a tanti altri aspetti che potrebbero essere affrontati con una certa rapidità, se solo ci fosse un po’ di coraggio a livello politico.

L’occupazione è anche uno dei motivi per cui la maggioranza invita a votare contro l’abrogazione della variante di Prg di Rovereta, sul referendum relativo al Polo della Moda. Il 15 maggio Sinistra unita che posizione assumerà?

Dobbiamo ancora discuterne nei nostri organismi, per cui non posso rappresentare la posizione ufficiale di Sinistra Unita. Non possiamo nascondere l’importanza di un investimento come quello del Gruppo Borletti che può riguardare 200 posti di lavoro, che potrebbero segnare una ripresa per noi indispensabile in un momento di crisi come l’attuale. E non possiamo non dire che in caso di vittoria del Sì questo investimento con ogni probabilità è destinato a svanire per ricollocarsi poco al di là dei nostri confini, con danni enormi per la nostra economia e per l’occupazione. Pur con tutte le critiche al metodo adottato dal Governo nel gestire l’intera vicenda, dobbiamo tenere sempre presenti gli interessi del Paese. Ripeto, si poteva fare molto meglio, questo è indubbio, ma giunti a questo punto sarebbe devastante per il nostro Paese, in termini di immagine e credibilità, impedire agli investitori di poter andare avanti con la realizzazione del loro progetto.

 Sempre in tema di lavoro, sul Pdl rappresentatività, in Commissione consiliare Finanze, Lei di recente ha assunto una posizione diversa dal resto della minoranza, affiancandosi invece ai colleghi di maggioranza. Ci può spiegare il perché?

Sinistra Unita ha come propria priorità la tutela dei lavoratori, ovvero della parte più vulnerabile. Abbiamo il bisogno primario di avere regole chiare e trasparenti per il mondo del lavoro. Questa chiarezza serve ai lavoratori, ai datori di lavoro e ai futuri lavoratori e imprenditori. Il caos generato in questi mesi porta effetti contrari che non posso e non possiamo accettare. Io credo fermamente che Lavoratori e Datori di Lavoro debbano essere nella condizione di confrontarsi  e stipulare contratti  secondo regole che vadano a tutelare tutte le parti. Per noi è prioritario tutelare il principio dell’erga omnes, altrimenti il rischio è di avere contrattazioni sempre più al ribasso, e non solo in termini economici.

L’introduzione dell’Iva sammarinese sta dividendo maggioranza e le categorie economiche. Eppure l’Fmi la caldeggia e l’avvicinamento all’Ue la vede come un passo inevitabile. Secondo Su è una riforma necessaria o voluta per lo più dalle grandi imprese?

Sinistra Unita ritiene prioritaria una riforma complessiva del sistema delle imposte indirette. E’ normale che di fronte a una svolta epocale, come sarebbe l’ipotetico abbandono del regime monofase, ci siano reazioni negative di questo genere, in particolare da parte di certi settori del mondo imprenditoriale. I cambiamenti strutturali spaventano, ciò non toglie però che debbano essere fatti. La competitività del nostro sistema, per la quale era nata l’imposta monofase, si è via via persa nel corso degli anni, lasciandoci ad oggi con un sistema “vecchio” in cui non di rado i prodotti gravati da un’imposta di aliquota minore rispetto all’Iva e per giunta calcolata su un ammontare più basso, presentano un prezzo finale maggiorato rispetto a quelli disponibili in Italia nello stesso tipo di esercizi. Il passaggio all’Iva risponde quindi ad un’esigenza di maggiore chiarezza, di maggiori garanzie di una sua corretta applicazione e, non da ultimo, di una maggiore integrazione delle nostre imprese nel mercato europeo. Di certo quest’ultimo processo non si esaurisce in questo passaggio poiché occorre fare di  più, ma rappresenta un grosso passo in avanti. Occorreranno capacità di confronto e di mediazione, per far si che questo passaggio sia il più possibile digerito dagli operatori economici sammarinesi. Si dovrà discutere di possibili regimi transitori, di aliquote da calibrare con attenzione e di tante altre cose, tuttavia nell’ottica di una sempre maggiore integrazione europeo ritengo che sia difficile rinviare ancora per molto tempo l’introduzione del regime I.V.A.

Un vostro ex, Alessandro Rossi, recentemente, ha annunciato una collaborazione con Noi sammarinesi. La reputa una boutade o qualcosa di credibile, cui Su potrebbe prestare attenzione?

Non sono io che devo giudicare la bontà di un progetto, dico solo che uno degli elementi emersi in quelle dichiarazioni affermava l’ipotesi di un commissariamento della politica da parte di tecnici ed esperti. Questo, come Sinistra Unita non lo possiamo accettare e non va nella direzione da noi auspicata.

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