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Suicidio 13enne, lo psichiatra: “Il bullismo al femminile punta sulla psicologia per denigrare la vittima”

Il commento di Claudio Mencacci, direttore emerito dipartimento Neuroscienze e Salute mentale Asst Fatebenefratelli Sacco, sul caso di Gragnano

Pubblicato:07-09-2022 15:43
Ultimo aggiornamento:07-09-2022 15:43

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ROMA – “Uno degli aspetti che colpisce nella storia di Alessandro è la prevalenza del genere femminile, ossia l’atteggiamento assunto da alcune ragazze nei suoi confronti, atteggiamento che, stando a quanto riportato dalle cronache, sembra iscrivere la vicenda in un contesto di cyberbullismo”. Così lo psichiatra Claudio Mencacci, direttore emerito del dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano, commenta alla Dire la vicenda del 13enne di Gragnano morto dopo essere precipitato dal balcone di casa e di cui questa mattina si sono celebrati i funerali. Una vicenda che al momento vede indagata per istigazione al suicidio, insieme ad altre cinque persone, anche l’ex fidanzatina di Alessandro. Secondo le prime ipotesi riportate da alcuni organi di stampa, infatti, la relazione intrapresa dal 13enne con una nuova ragazza avrebbe scatenato la gelosia dell’ex e Alessandro sarebbe stato preso di mira dal gruppo con una serie di messaggi che lo avrebbero portato al tragico gesto.

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“UN ADOLESCENTE PUO’ SENTIRSI SENZA VIA D’USCITA E FARE GESTI IMPULSIVI”

Sparlare, prendere in giro ed emarginare sono aspetti del bullismo prevalentemente femminili– spiega Mencacci- le ragazze, infatti, fanno leva soprattutto sulla psicologia delle loro vittime. Nei ragazzi, invece, è più frequente l’uso di parolacce e insulti oltre che di gesti fisici come spintoni, calci e pugni”. Lo psichiatra spiega come negli adolescenti “gli effetti della denigrazione della propria autostima, soprattutto se da parte del gruppo dei pari, possono avere conseguenze tragiche e devastanti. Atteggiamenti di bullismo e cyberbullismo- continua Mencacci- possono mettere i giovani, e soprattutto i giovanissimi, particolarmente sotto pressione facendoli sentire senza vita d’uscita, in una condizione di vulnerabilità che può dare adito a gesti impulsivi”.

Bullismo e cyberbullismo possono avere effetti devastanti in adolescenza, è un’età in cui si è particolarmente fragili, tanto che il suicidio è la seconda causa di morte– riflette Mencacci- è un’età in cui non si hanno elementi per tracciare il futuro, si è spaventati e facilmente si pensa di aver concluso le proprie risorse per progettare. Di fronte a situazioni di difficoltà ci si può sentire senza via di scampo e questa perdita di speranza può essere una miccia che innesca l’impulsività dei ragazzi, un’impulsività che a volte ha delle conseguenze fatali”.


IMPULSIVITA’ FATTORE CENTRALE

“L’inizio della maturazione del sistema nervoso centrale inizia proprio nell’adolescenza– spiega Mencacci- il controllo degli impulsi in questo periodo risulta più difficile e si è più esposti all’effetto delle pressioni emotive e ambientali. E’ intorno ai 24 anni (per gli uomini 26-27) che si conclude la maturazione del sistema nervoso e quindi si ha una struttura che è in grado di controllare meglio la propria impulsività. L’adolescenza è quindi un percorso lungo in cui si vive un’estrema vulnerabilità”.
Per lo psichiatra è fondamentale quindi “aiutare i giovani a superare quest’età e fare azioni preventive nelle scuole per combattere bullismo e cyberbullismo. E’ necessario tutelarli e cercare di entrare in contatto emotivo con loro- conclude- devono sapere che se vivono una situazione di difficoltà ci sono vie d’uscita e possono chiedere aiuto”.

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