(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 22 set. - Non stupisce che molti avvocati stiano facendo richiesta ai centri per uomini maltrattanti (Cam) per tentare che i loro assistiti ottengano attenuanti alla pena da scontare perche' "il mondo giuridico e' immerso nel patriarcato e nella mentalita' maschilista". A dirlo e' Maria Chiara Risoldi, presidente della Casa delle donne per non subire violenza onlus di Bologna, commentando "l'esplosione di richieste da parte degli avvocati difensori (degli uomini che commettono violenze, ndr)" per accedere a percorsi di recupero psicologico nei vari Centri per uomini maltrattanti, come emerso ieri nella commissione comunale sul tema, a Bologna.
"E' chiaro che il mondo giuridico, con molti avvocati uomini, spesso ci prova", dice Risoldi. Stando a quanto confermato dall'Azienda sanitaria di Bologna ieri, da Risoldi e anche da Giuditta Creazzo (presidente del centro Senza Violenza di Bologna) pare che molti avvocati, da quando lo scorso anno e' stata approvata la legge Codice Rosso, tentino di approfittare della possibilita' di avere sconti della pena o soluzioni alternative al carcere per i loro assistiti sottoposti a procedimento penale. Risoldi sottolinea dunque, l'importanza del controllo: "Anche tutto il movimento del Popolo della famiglia ad esempio ci prova a far passare sempre questo messaggio delle donne come 'subalterne'. Per questo, dunque, bisogna sempre mantenere alta l'attenzione e sorvegliare l'operato anche di chi lavora nel mondo giuridico". In ogni caso, "non e' una novita'. E' dagli anni '70 ormai che le donne avvocate portano avanti queste battaglie e alzano la voce. Posso dire pero' che qui a Bologna ci sono delle bravissime magistrate, e' una buona piazza insomma", conclude Risoldi, ricordando ad esempio la battaglia dell'anno scorso sotto al Tribunale di Bologna a seguito della sentenza per l'omicidio di Olga Matei.
(Wel/ Dire)