Budget salute, l'esperta: Nel 2019 ha contato 4mila progetti
Ferri: Nasce in Emilia Romagna su disturbi, 3 obiettivi a livello nazionale
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 20 ott. - Dal paziente "tendenzialmente incapace e deresponsabilizzato" alla "condivisione e valorizzazione delle competenze e delle preferenze della persona". Da un modello sanitario "paternalistico con proposte di contenitore", alla costruzione di "un progetto condiviso, co-prodotto" con i pazienti. Da una residenzialita' pesante a una "leggera", da un approccio concettuale "tutto sanitario, a uno in cui la comunita' e' posta al centro", insieme con i servizi sociali, "per una reale integrazione sociosanitaria". Interventi "sul benessere della persona piuttosto che sulla malattia". L'identikit tracciato da Mila Ferri, del coordinamento delle Regioni sulla Salute Mentale, fa riferimento all'ambizioso progetto del Budget di Salute (bds).
"Il grandissimo potenziale che il progetto bds" potrebbe espletare, continua Ferri, e' "lo spostamento del paradigma di riferimento di chi si occupa di Salute mentale verso un miglioramento complessivo". Il bds, infatti, "nasce in Emilia Romagna da esperienze locali per le persone affette da disturbi mentali gravi, ma- spiega- puo' essere uno strumento adottabile nell'intero sistema di Welfare". Nel 2019, infatti, e' arrivato a "contare quasi 4.000 progetti, e nonostante sia ancora lontano un obiettivo di diffusione piu' ampia, indubbiamente la crescita c'e'". Non a caso per il progetto, l'Emilia Romagna e' riuscita anche a destinare "alcune risorse trattenute dalla chiusura degli ospedali psichiatrici, un tempo riservate all'assistenza residenziale delle persone dimesse da quelle strutture", continua Ferri. Tra i volani del bds c'e' il "ritardare l'ospedalizzazione attraverso il potenziamento di interventi domiciliari", come il puntare "sull'innovazione delle reti dei servizi per evitare l'allontanamento dal contesto sociale nei cittadini piu' fragili". Con un obiettivo finale piuttosto chiaro: "Includere e mantenere la persona all'interno del tessuto sociale". La finalita' del bds, dunque, "e' riabilitativa quanto preventiva, di mantenimento", motivo per cui "abbiamo ragionato- illustra la specialista- con la partecipazione di tutti i portatori di interesse: le associazioni di familiari, di utenti, le aziende sanitarie e i rappresentanti degli enti locali". Cosi' e' nato il programma, "su impulso della Consulta regionale".
Dal progetto pilota al progetto nazionale, che Ferri presenta in occasione della celebrazione della giornata mondiale della Salute Mentale: 'Soggetto, persona, cittadino - promuovere il benessere, l'inclusione sociale delle persone con disturbi mentali attraverso il budget di salute'. Due le Unita' operative coinvolte: "La Usl di Parma, con referente il professor Pietro Pellegrini, e l'Istituto superiore di sanita' (Iss) sotto la supervisione della dottoressa Maria Luisa Scattoni". Dalle patologie psichiatriche "alle problematiche della popolazione immigrata, dalla disabilita' ai disturbi dello spettro autistico o alle dipendenze patologiche", i beneficiari del budget di salute "hanno esperienze diversificate e lo strumento, dunque, ha la duttilita' di intercettare facilmente problemi sanitari differenti che- puntualizza- talvolta partono da difficolta' di integrazione sociale".
Tre gli obiettivi specifici del progetto nazionale. In primis, spiega l'esperta, "sostenere a livello multicentrico un'analisi sulla metodologia del bds, mediante la collaborazione dell'Istituto superiore di sanita'". A seguire: "Avviare un confronto nazionale per raccogliere le buone pratiche regionali attraverso una Consensus conference che veda coinvolti tutti gli attori, i familiari e le loro associazioni, i servizi sociali e sanitari, il terzo settore- enumera Ferri- il volontariato e i portatori di interesse della societa' civile". L'ultimo scopo riguarda, invece, "la promozione di percorsi di formazione e diffusione di materiale didattico, col fine di rafforzare scambi di esperienze e competenze".
Quattro, infine, le caratteristiche per definire il budget di salute "secondo l'esperienza locale dell'Emilia Romagna: valutazione multidisciplinare con professionisti sanitari e sociali e progetti terapeutico-riabilitativi personalizzati". E ancora, "almeno un intervento previsto su uno degli assi: abitare, lavoro/formazione, socialita'/affettivita'- illustra- e infine l'ultima caratteristica relativa al coinvolgimento del paziente nella definizione stessa del progetto".
Per quanto riguarda poi la diffusione della metodologia progettuale, Ferri in conferenza sottolinea "un buon interesse da parte delle Regioni, nonostante proprio in tema di integrazione sociosanitaria i dati" mostrino "una maggior difficolta' da parte degli enti locali". Dalle stime raccolte, pero', "si rileva che l'adozione del bds all'interno di atti normativi a livello regionale o locale riguarda gia' gran parte delle Regioni italiane". Dati, poi, che migliorano ulteriormente se "andiamo a osservare le esperienze locali, molto piu' diffuse rispetto alle normative a carattere regionale", continua la coordinatrice Ferri. Inoltre, oltre alle diverse Regioni che mettono in atto "proprio il bds, ci sono anche altre Regioni che hanno dato vita ad esperienze simili, anche se non completamente assimilabili al budget di salute: come il progetto personalizzato, la residenzialita' leggera o il contatto con la persona". Esperienze che si "avvicinano al bds e col tempo possono essere condotte verso un livello piu' preciso. L'attenzione dal basso percio'- conclude l'esperta- c'e'".
(Wel/ Dire)
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