Siep: Non edificante coabitazione adolescenti e adulti in strutture cura
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 13 ott. - "La popolazione giovanile e' stata sicuramente quella piu' esposta ai repentini cambiamenti e alle condizioni di stress diffuso" legati alla pandemia. "In questo periodo abbiamo notato che proprio tra gli adolescenti si sono manifestate condizioni piu' frequenti di malessere. Ad esempio, nel nostro contesto assistenziale abbiamo rilevato un aumento dei disturbi legati all'alimentazione. Da un lato sono stati una risposta a condizioni oggettive di stress, ma forse anche come conseguenza di una maggior attenzione che i nuclei familiari hanno dedicato ai figli che in condizioni ordinarie sfuggivano a un maggior controllo". A descrivere le condizioni di disagio psicologico dei ragazzi italiani in questi mesi di pandemia e' Fabrizio Starace, presidente della Societa' italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep).
I ragazzi "oltre a risentire come tutti gli altri della paura del contagio e delle restrizioni imposte dal lockdown- aggiunge il presidente Siep- hanno dovuto rinunciare all'esperienza piu' significativa e formativa che riguarda tutti i giovani, cioe' quella scolastica. E anche oggi che questa esperienza e' ripresa, lo ha fatto con una serie di misure e prescrizioni che rendono la differenza tra il prima e l'attuale piu' importante e complessa da affrontare".
Riguardo alle regole da seguire per prevenire il contagio e assicurare la prosecuzione dell'anno scolastico, Starace, che e' anche professore a contratto di Psichiatria sociale e di salute mentale di comunita' nell'Universita' degli studi di Modena e Reggio Emilia, sottolinea "quanto sia determinante il ruolo sia dei docenti che dei familiari nel far comprendere bene i termini della questione, l'importanza di mantenere queste misure preventive e la prospettiva di un futuro che potra' lentamente tornare a quella che noi chiamavamo normalita', se ci atterremo a tutte queste misure. È un'attenzione importante- ribadisce- che va trasmessa ai minori".
Sempre in tema di minori che vivono la sofferenza mentale, il presidente Siep si sofferma anche sul fenomeno della coabitazione di adolescenti e adulti nelle stesse strutture di cura. "È una situazione che si verifica in molte realta'- ricorda- e non e' una realta' edificante, perche' mettere in un contesto che dovrebbe essere riabilitativo persone che hanno avuto un recente esordio psicopatologico (i giovanissimi, ndr) e persone che sono afflitte da una condizione di malessere grave gia' da diversi anni non e' la soluzione migliore. Quello verso cui dovremmo muoverci- chiarisce Starace- e' identificare le attivita' dei servizi ed eventuali soluzioni abitative, di accoglienza diurna e notturna, in particolare per la fascia degli adolescenti e dei giovani adulti nei quali, essendo piu' recente la comparsa del disturbo, e' piu' elevata la possibilita' di un trattamento efficace e in molti casi risolutivo. Lasciare invece che le persone si adagino in una condizioni di assistenza a lungo termine, senza applicare i trattamenti di provata efficacia che oggi sono disponibili, significa incrementare la cronicita' non come elemento naturale della malattia ma- conclude- come effetto dell'intervento o del mancato intervento del sistema di cura".
(Wel/ Dire)