Barbie lancia sondaggio: con covid 41% genitori teme per socialita' figli
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 6 ott. - Giocare con le bambole fa bene al cervello di bambine e bambini, attivando le regioni del cervello deputate allo sviluppo di empatia e capacita' di elaborazione delle informazioni sociali, anche quando giocano da soli. Lo rivela uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Centro di scienze per lo sviluppo umano dell'Universita' di Cardiff, nel Regno Unito, in collaborazione col celebre marchio di bambole Barbie, che per la prima volta ha utilizzato la neuroscienza e la tecnologia del neuroimaging per osservare le reazioni e i vantaggi a livello cerebrale del gioco con le bambole. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Frontiers in Human Neuroscience con il titolo 'Analisi dei benefici del gioco con le bambole attraverso la neuroscienza'.
Negli ultimi 18 mesi, i ricercatori hanno monitorato l'attivita' cerebrale di 33 bambini tra i 4 e gli 8 anni che giocavano con una varieta' di bambole Barbie, e hanno rilevato che il solco temporale superiore (pSTS), ovvero una regione del cervello associata all'elaborazione delle informazioni sociali come l'empatia, si attivasse anche quando i bambini giocavano da soli. I benefici del gioco individuale con le bambole, inoltre, si sono dimostrati gli stessi sia per i bambini che per le bambine.
Per effettuare la raccolta dei dati, il gioco dei bambini e' stato suddiviso in differenti sezioni cosi' che il pool di Cardiff potesse osservare separatamente l'attivita' cerebrale connessa a diversi tipi di gioco: con le bambole individuale, con le bambole in coppia (con l'assistente ricercatore), con tablet individuale e con tablet in coppia (con l'assistente ricercatore). Sono stati usati bambole e playset Barbie diversi, riportati nelle posizioni iniziali prima di far iniziare il test a ogni bambino per garantire un'esperienza coerente. L'uso del tablet prevedeva giochi che permettessero ai bambini di sperimentare un gioco aperto e creativo, piuttosto che basato su regole o obiettivi, al fine di fargli vivere un'esperienza simile al gioco con le bambole. I dati raccolti rivelano che mentre i bambini giocavano con le bambole da soli, il loro pSTS si attivava proprio come nel gioco in compagnia. Mentre giocavano da soli col tablet, invece, la stessa zona cerebrale mostrava un'attivazione di gran lunga inferiore, sebbene i giochi prevedessero un elemento creativo rilevante.
"Questi dati- spiega Sarah Gerson, ricercatrice del pool dell'Universita' di Cardiff- sono una vera rivelazione. Attiviamo quest'area del cervello quando pensiamo ad altre persone, ed in particolare a cio' che pensano o che provano. Le bambole incoraggiano i bambini a creare i loro piccoli mondi immaginari, a differenza di quanto facciano i giochi di risoluzione dei problemi o le costruzioni. Questo tipo di gioco stimola i bambini a pensare alle altre persone e al modo in cui potrebbero interagire tra di loro. Il fatto che il pSTS fosse attivo durante il nostro studio e' la prova che il gioco con le bambole aiuti i bambini a sperimentare alcune capacita' relazionali di cui avranno bisogno in futuro. Questa regione del cervello ha dimostrato di avere un ruolo simile nel supportare l'empatia e l'elaborazione delle informazioni sociali nei bambini di ben sei continenti. Il funzionamento di questa regione cerebrale non e' quindi correlato al paese di provenienza".
Per trovare un riscontro sociale a questi dati neuroscientifici e comprenderne meglio l'importanza, Barbie ha commissionato in modo indipendente un sondaggio su un campione di oltre 15.000 genitori di bambini in 22 Paesi. In Italia, i risultati hanno mostrato che il 58% dei genitori considera l'empatia una capacita' relazionale fondamentale per i propri figli, ma solo il 17% ha dichiarato di sapere che il gioco con le bambole potesse aiutare i bambini a coltivarla. Con questo periodo trascorso in casa, le famiglie sono sempre piu' preoccupate che i loro figli non sviluppino sufficienti capacita' relazionali. Oltre il 41% si e' infatti detto incline a pensare che questo isolamento possa aver effettivamente influito sui propri figli e sulle loro interazioni con gli altri. Allo stesso modo, il 46% dei genitori ha dichiarato che sarebbe piu' propenso a incoraggiare i propri figli a giocare con un giocattolo se avesse la certezza scientifica della sua utilita' per lo sviluppo di capacita' relazionali ed emozionali come l'empatia.
"Da leader della categoria, abbiamo sempre saputo che il gioco con le bambole ha un impatto positivo sui bambini, ma non avevamo dati neuroscientifici che supportassero la nostra ipotesi- afferma Lisa McKnight, Svp e Global head of Barbie and Dolls, Mattel- I risultati di questa ricerca hanno evidenziato quanto il gioco con le bambole come Barbie offra benefici concreti nel preparare i bambini al loro futuro attraverso lo sviluppo di capacita' relazionali come l'empatia".
Barbie dedichera' a questo studio una piattaforma online, barbie.com/it-it/ibeneficidelgioco, con risorse dedicate ai genitori, agli educatori e ai bambini per aiutarli a rafforzare e sfruttare le loro capacita' di elaborazione delle informazioni sociali.
"In una societa' sempre piu' votata al virtuale, si palesa un deficit di empatia, che e' invece la prima dote che i bambini dovrebbero sviluppare- afferma in merito alla ricerca Maria Rita Parsi psicologa e psicoterapeuta, attuale componente dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza e presidente della Fondazione movimento bambino Onlus- Calarsi nei panni degli altri, 'sentirli' sono modalita' stimolate dal gioco, anche con le bambole. I bambini che hanno sviluppato l'empatia- spiega l'esperta- si sono dimostrati piu' adeguati a completare l'intero percorso di studi universitari e ad avere un ventaglio di opzioni maggiore dal punto di vista professionale. In particolare- prosegue Maria Rita Parsi- i bambini piu' empatici possono contrastare meglio fenomeni come il bullismo e farsi promotori della soluzione di eventuali contrasti con gli altri o conflitti interiori. Il gioco sviluppa dunque crescita, conoscenza, socializzazione e puo' farlo indipendentemente dal numero dei partecipanti. Facciamo allora in modo che possano giocare sempre, quanto piu' possibile. Con i loro compagni, con oggetti fisici e non virtuali. E con le bambole, che resistono al tempo, alle rivoluzioni culturali e a quelle tecnologiche. E che oggi rappresentano, e' il caso di Barbie- conclude la psicologa- insospettati strumenti di diffusione della tolleranza, dell'accettazione della diversita' e della diversabilita', come dimostra il successo della bambola ispirata alla campionessa di scherma Bebe Vio".
(Wel/ Dire)