(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 24 nov. - "Non potevamo stare senza. Abbiamo saltato a maggio l'appuntamento piu' festoso di contatto con i cittadini, il Festival della Psicologia, che avevamo iniziato a organizzare nelle piazze di San Lorenzo. Ma non potevamo rinunciare completamente a un palinsesto di appuntamenti che coinvolgano nomi della psicologia e della cultura, insieme ai quali rilanciare il dialogo con i cittadini su importanti temi di attualita'. È cosi' nata l'idea del Piccolo Festival, piccolo nel senso che diamo ai cinema e ai teatri della scena off, piccolo nel senso che diamo agli incontri piu' raccolti e intimi, piccolo perche' sara' un appuntamento a tappe, con focus tematici sempre diversi. Iniziamo il 27, 28 e 29 novembre con la scuola". Ad organizzare questa tre giorni di incontri e' l'Ordine degli psicologi del Lazio (OpL), che aggiunge: "La scuola e' stata scena e oggetto di grande dibattito, sia politico che sociale, fin dall'estate e non smette di esserlo. Abbiamo assistito alle aspre polemiche sui banchi con le rotelle o sull'organizzazione delle aperture, ma in filigrana possiamo rintracciare un filo rosso che ci porta ad una domanda piu' fonda: cosa rappresenta la scuola? Che significati riveste nel nostro immaginario? A partire da queste domande, pensiamo, sara' piu' interessante riflettere sul perche' ci coinvolge emotivamente cosi' tanto l'idea che la scuola possa chiudere".
Nel Piccolo Festival saranno attraversati tre grandi assiomi legati alla scuola: che la scuola abbia il compito di favorire, attraverso la formazione, l'accesso al mondo del lavoro; che la scuola sia contesto primario e necessario di socializzazione; che la scuola abbia in se' un'implicita narrazione in grado di raccontarci il presente e il futuro.
Ma come sono cambiati questi assiomi nel tempo? Siamo ancora sicuri di saper riconoscere quello che stiamo guardando? "Dal dibattito in corso- rispondono gli psicologi del lazio- ci accorgiamo che il mondo della scuola e' al centro di fondamentali domande di senso ed e' al centro di un'urgente necessita' di revisione di processi culturali e sociali, in cui lo sguardo psicologico puo' individuare difese e resistenze, da una parte, e dall'altra contribuire a costruire un immaginario piu' fedele ai cambiamenti in corso". Durante la tre giorni, "popoleremo i tre contesti/rappresentazioni legati al mondo-scuola di domande, riflessioni ed esperienze. E lo faremo, come nella tradizione del Festival, attraverso vari formati e tipologie di eventi: avremo salotti con ospiti del mondo professionale e della cultura, avremo talk tematici, avremo question time per rilanciare domande e stare in ascolto. Senza retorica, ci sembra che in questo momento storico creare spazi di riflessione e condivisione sia un modo per scaldare il senso di comunita' che e' motore necessario in rotte di difficile navigazione come quella che stiamo attraversando tutti. Vi aspettiamo- concludono- vi aspettiamo per stare insieme, parlare insieme, pensare insieme".
(Wel/ Dire)