Ecco indagine in 11 plessi. Vecchiato: da ragazzi consigli per migliorarla
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 17 nov. - La didattica a distanza piace a bambini e ragazzi, consente loro di imparare cose nuove, anche in termini di organizzazione del proprio tempo, di competenze tecnologiche e di responsabilizzazione, ma ha il limite della distanza fisica.
Durante le ore trascorse davanti al computer, bambini e ragazzi sentono la mancanza dei compagni, degli insegnanti, dei momenti di aggregazione come la ricreazione, provano nostalgia anche della tensione prima di un'interrogazione. È quanto emerso da un'indagine condotta tra alunni e studenti di undici scuole, distribuite su tutto il territorio nazionale, curata dalla Fondazione Zancan nell'ambito del piu' ampio progetto 'Crescere senza distanza', promosso da ministero della Salute, ministero dell'Istruzione e 'Con i Bambini'. Il progetto e il report finale sono stati presentati oggi in una conferenza stampa in diretta web dal ministero della Salute.
Dalle risposte fornite da bambini e ragazzi che hanno partecipato al progetto e' emerso che il 62% degli alunni delle scuole primarie e il 57% degli studenti delle secondarie di II grado hanno apprezzato la didattica a distanza. Il 91% dei piu' piccoli, l'86% degli studenti delle scuole secondarie di I grado e il 71% di quelli delle secondarie di II grado hanno detto di aver imparato cose nuove durante la dad. Pur non negando la difficolta' di seguire le lezioni attraverso il computer o il tablet, tutti i partecipanti hanno detto di aver vissuto questa modalita' di studio come un'opportunita' che li ha portati a una maggiore autonomia e a sperimentare un'idea diversa del 'fare scuola', basata anche sull'utilizzo delle tecnologie quali alleate della didattica.
Ad alunni e studenti sono stati chiesti suggerimenti per migliorare la didattica a distanza, in un'ottica di sempre maggiore integrazione di quella in presenza con gli strumenti digitali. Sono emerse molteplici necessita': avere libri digitali per chi non li ha, migliori connessioni, pc e tablet per tutti, soluzioni didattiche personalizzate, tarate sulle diverse difficolta' e capacita' di ogni studente, che al contempo sappiano valorizzare anche il lavoro in piccoli gruppi. Bambini e ragazzi delle undici scuole sono stati anche coinvolti in uno stress test, con il quale hanno applicato praticamente le indicazioni per migliorare la didattica a distanza fornite dai loro coetanei che seguono la scuola dagli ospedali nei quali sono in cura. Questi ultimi hanno dichiarato che l'insegnamento personalizzato e' piu' proficuo sul piano dell'apprendimento, perche' favorisce l'attenzione e il confronto con l'insegnante. È un approccio ritenuto fondamentale per sostenere gli studenti in un momento di difficolta' come quello della malattia, aiuta ad avere un obiettivo, a non lasciarsi andare. Incoraggia sul piano psicologico e pratico. "Grazie a questo progetto- sottolinea Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan- suggerimenti importanti vengono da chi ha sperimentato la piu' grande distanza mentre affrontava la doppia sfida della malattia e dell'apprendimento in condizioni davvero complicate".
I risultati dell'indagine sono ora condensati in raccomandazioni per facilitare l'apprendimento a distanza, utilizzabili su piu' vasta scala per ridurre le distanze. Quello realizzato, spiegano dalla Fondazione Zancan, e' stato uno studio di fattibilita' per una didattica piu' inclusiva, mirata al contrasto della dispersione educativa, con specifico riferimento all'apprendimento a distanza.
"Spero che la scuola di domani apprenda qualcosa dall'esperienza della didattica a distanza fatta durante la pandemia- sostiene Vecchiato- perche' in futuro non sara' piu' chiusa in un setting e dovra' aprirsi anche ad altri spazi della vita. Per tale motivo abbiamo ampliato questa esperienza agli educatori che seguono i ragazzi al di fuori della scuola.
L'obiettivo- conclude- e' ridurre le disuguaglianze ma non le diversita', che sono una ricchezza".
(Wel/ Dire)