(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 10 nov. - La regione Lombardia torna ad essere, secondo le misure varate dall'ultimo Dpcm, zona rossa.
Misure che il Governo ha reputato necessarie a causa dell'elevato numero dei contagi su tutto il territorio. La storia recente ha insegnato che le Rsa e i relativi ospiti, ossia pazienti fragili con pluripatologie, sono stati coloro che hanno pagato il prezzo piu' alto. Ma era possibile prevenire tutti i decessi della prima ondata? Esiste un modello che consente di esser Covid free? L'agenzia di stampa Dire ha chiesto via skype all'Ad della Rsa 'Torre della Rocchetta' a Pavia, rimasta fin oggi indenne e libera dal Covid, il segreto di questo successo.
- Come si e' preparata la vostra struttura e quali procedure avete attivato in vista della seconda ondata che, come preannunciato, si e' verificata? "Ci siamo preparati gia' prima di questa seconda ondata e per preservare la struttura ci siamo chiusi ai contatti esterni.
Anche nella prima ondata e' andato tutto bene, perche' fin da subito abbiamo compreso che qualcosa stava accadendo: avevamo molte persone che arrivavano da Codogno, uno dei primi focolai, e abbiamo ritenuto utile 'blindarci' dall'esterno. Questo ci ha preservato dalle tragedie che invece si sono verificate in altre Rsa. Anche in estate abbiamo mantenuto questa condotta, nonostante ci fosse in generale un abbassamento della guardia.
Questo insieme di cose, unite a una riorganizzazione dei percorsi 'pulito e sporco', ingressi separati per operatori, fornitori e visitatori e un triage stringente a ogni ingresso, ci hanno finora premiati. Nel reparto non si entra, in modo tale da preservare le persone ricoverate: puo' accedere solo il personale e cioe' medici, infermieri, operatori sanitari e fisioterapisti". - Il coronavirus impone non solo un distanziamento sociale ma anche familiare, per preservare i pazienti piu' fragili. Come mantenere comunque il contatto tra il familiare e i vostri assistiti e garantire anche un benessere psicologico che nel paziente fragile ha un effetto estremamente positivo? "Una delle discriminanti di questo brutto periodo e' sicuramente il distacco forzato con i caregiver. Questo ha creato in molti assistiti degli stati di ansia, perche' non avendo la reale percezione di quello che accade nel mondo esterno, non hanno inizialmente compreso le misure. Non vedere il parente fisicamente non aiuta. La nostra Rsa e' stata costruita recentemente, dunque archettonicamente ha il vantaggio di possedere delle ampie vetrate e durante la bella stagione il parente ha sempre potuto vedere l'assistito schermato dalle vetrate e questo ha aiutato molto. Ora che andiamo verso l'inverno, e anche il tempo in tal senso ci gioca a sfavore, ci siamo attrezzati con chiamate programmate a scadenza settimanale per tutti gli ospiti, in modo da dare a tutti la possibilita' di avere un contatto. Poi tramite delle mailing list a cui abbiamo lavorato insieme al direttore sanitario e al referente Covid, abbiamo attivato un canale diretto tra noi e i parenti degli assistiti, per mantenerli costantemente aggiornati su tutto quello che la struttura decide di fare riguardo agli screening sanitari e mantenere il rapporto di fiducia che in certe altre Rsa e' venuto a mancare. Per noi invece sono fondamentali il dialogo e la condivisione delle decisioni che nella struttura vengono prese".
- Prima ha menzionato la figura del fisioterapista all'interno dell'equipe. Sono dunque previste sessioni di riabilitazione motoria per i vostri ospiti? "La riabilitazione che noi concepiamo si basa su un mantenimento delle abilita', come ad esempio la camminata e tutto cio' che mantiene la persona in buona salute e le consente lo svolgimento delle attivita' della vita quotidiana. Visto il momento, tutte quelle che erano le attivita' di socializzazione e in gruppo attualmente non possono essere effettuate ma questo non ha scoraggiato il personale e sono previste comunque delle attivita' di neuroriabilitazione. I gruppi sono ridotti al minimo e ne fanno parte poche persone alla volta e scadenzate nella giornata. Questo ha portato ad un maggior lavoro all'interno delle Rsa ma non viene fatto con fatica, perche' i nostri operatori sono tutte persone che amano il proprio lavoro e cio' viene trasmesso all'ospite".
(Wel/ Dire)