Lucidi (la Sapienza): Molti giocatori si sentono spaesati
Roma, 10 mar. - "Lo stadio vuoto puo' abbassare l'attivazione dell'atleta, facendogli sentire meno l'importanza della situazione e dell'impegno agonistico". Lo dichiara all'agenzia Dire Fabio Lucidi, preside della Facolta' di Medicina e Psicologia dell'Universita' La Sapienza.
"Entrare in uno stadio e sentire il boato del pubblico e' uno stimolo capace di agganciare l'atleta aiutandolo a portarsi nella sua zona di funzionamento ottimale. Gli atleti si troveranno a cercare un modello contestuale in cui sono abituati a funzionare e ne troveranno invece un altro. Si troveranno un modello tipico dei loro allenamenti o delle partitelle, piuttosto che del grande evento sportivo. È possibile che lo stadio vuoto non sia in grado di evocare questo livello di attivazione, modificando la prestazione", aggiunge.
Che cos'e' il livello di attivazione ottimale dell'atleta? "Un gesto sportivo complesso, specialmente un gesto sportivo di altissimo livello, corrisponde a una gestione ottimale di uno stato emotivo. Si immagini una zona di funzionamento ottimale. Il motore di una macchina funziona, a livello ottimale, a un certo numero di giri e lo stesso vale per la performance atletica. E' una zona di funzionamento emotivo ottimale che hanno tutti gli atleti nel momento in cui debbono erogare la propria prestazione.
Oltre alla prestazione agonistica ci sono altri elementi che si evidenziano sul calciatore quando gioca senza tifosi, con lo stadio vuoto? "Si- conclude Lucidi- dentro un campo di calcio vuoto quando lei parla o dice una cosa si sente anche a distanza. L'impatto del pallone calciato e' del tutto diverso. Questo tipo di elementi potrebbero indurre a qualche forma di disorientamento. Capita spesso che gli atleti raccontino queste situazioni dicendo che si sentono un po' spaesati".
(Red/ Dire)