(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 mag. Avere consapevolezza di cio' che e' accaduto all'indomani dell'avvio della pandemia Covid-19 appare il punto di partenza imprescindibile per andare oltre con il pensiero e immaginare scenari di un futuro prossimo. Si puo' provare ad essere nella giusta misura visionari, nella consapevolezza delle tante necessita', di mettere in dubbio modelli di vita associata consolidati, che sino all'altro ieri ci apparivano possibili, legittimi e dunque accettabili. 'Un virus nascosto e solitario che nel giro di due mesi si propaga, uccide e fa ammalare milioni di persone, mettendo in ginocchio non solo sistemi sanitari piu' o meno organizzati, ma di rimando equilibri economici di continenti interi, impone una riflessione abbastanza semplice e cruda: quei modelli politici, sociali, economici di sviluppo, stanno dimostrando falle enormi negli ingranaggi costitutivi di esso stesso. Chi per decenni si occupa e si preoccupa di instaurare un colloquio di riflessione e di pensiero con le giovani generazioni dovrebbe sentire oggi piu' che mai uno stimolo forte a pronunciarsi. A chi si occupa di professioni educative nel senso piu' ampio e nobile del termine si richiede non solo di possedere competenze specifiche e di facilitarne gli strumenti di accesso, ma in primis di essere educatore (dal latino educere: trarre fuori, condurre, menareà)'. A scriverlo e' Maria Grazia Anatra, presidente dell'associazione 'Woman to be', che tramite il marchio 'Narrare la parita'' promuove il 29 maggio un evento online dalle 17 alle 19. Il titolo dell'incontro e' 'Storie per ripartire, dove va la letteratura per ragazzi?' e l'appuntamento e' su zoom (https://www.facebook.com/events/2714055575491138/).
'Da cio' la necessita' oggi, al tempo del Covid-19, di offrire stimoli di riflessivita', di sollecitazione per trarre fuori, condurre, menare verso una maggiore comprensione dei molteplici fenomeni di una contemporaneita' che si sta rivelando ancora piu' complessa da comprendere, da gestire e soprattutto da trasformare. In questi giorni da piu' parti e' stata messa in evidenza l'assenza di un'attenzione specifica sui giovani/bambini/adolescenti- ricorda Anatra- in un tempo di quarantena disteso e prolungato, a cui hanno obbedito silenti, rassegnati, emarginati, di fronte alle tante ordinanze, divieti, raccomandazioni da parte del governo centrale. E' vero, se ne parla poco dei loro bisogni, aspettative, sogni, in quanto le loro sorti preoccupano meno di altre condizioni piu' precarie nell'immediato. Ad esempio quelle dei lavoratori e delle lavoratrici delle piccole imprese, degli esercizi commerciali che faranno fatica a resistere, alle lavoratrici e lavoratori in nero che rischiano di giungere ai limiti di una sopravvivenza decorosa, o ai numeri allarmanti di disoccupati e inoccupati previsti nei prossimi mesi'.
Se le possibili strategie di contenimento della crisi necessitano di azioni d'intervento 'rapide e incisive- spiega la docente- per tamponare le necessita' piu' urgenti dell'economia reale e impedire che il sistema vada in tilt, e' il medio e lungo periodo invece la dimensione di tempo piu' consona, piu' favorevole, a veder nascere trasformazioni di portata ideale, paradigmatica, culturale. Il cambio di marcia ha bisogno di mutazioni fisiologicamente lente e impercettibili nell'immediato, ma di lunga durata, meglio di lunga lena che sappiano generare sedimentazioni valoriali durature che riescano ad aprirsi un varco e trovare riconoscimento e cittadinanza nella cultura complessiva'.
QUALI VALORI PER SCENARI ALTRI - 'Ci attendono, nostro malgrado, prospettive difficili in quanto a occupazione, redditi familiari e individuali, possibilita' di accedere ai servizi sociali essenziali (sanitari, di istruzione, di tutela delle fasce piu' deboli: anziani, disabili, portatori di handicap, emarginati ecc.). Tali situazioni vedranno alcune fasce sociali gia' in difficolta'- prosegue Anatra- indietreggiare verso condizioni di poverta' e alcune altre, i ceti medi, anch'essi impoverirsi progressivamente se politiche sociali energiche non verranno prese in tempi rapidi. Convivere con la poverta' tuttavia non significa tollerarla, abituarsi a vivere peggio, significa contrastarla con strumenti d'intervento efficaci, organizzati e mirati, compito delle istituzioni e dei governi, ma anche compito di ogni soggetto, nella propria individualita', dei suoi atteggiamenti, delle scelte di vita nella relazione con gli altri'.
La RESILIENZA- 'Termine tanto evocato e abusato in questo ultimo periodo, chiama in causa una serie di condizioni e non e' da intendersi soltanto come pura resistenza fisica o psicologica. Essere resilienti significa avere un progetto, un sogno audace, una scommessa, una sfida- spiega l'insegnante- che richiede punti di riferimento importanti, ma anche una poderosa messa in gioco di ognuno di noi, un diverso e accidentato sentiero da percorrere. E' un gioco che richiede una visione dall'alto, che impone l'abbandono di una logica dell'iperattivita', del consumo e del profitto ad oltranza, dell'inerzia verso un problema ambientale mai affrontato, del rozzo individualismo fine a se stesso, delle discriminazioni di genere e di potere. Sapremo trasmettere questi valori, perche' non so in quale altro modo chiamarli, ai nostri giovani? E quali gli strumenti? L'esempio, le parole, le azioni? Ecco che la narrazione di storie- aggiunge Anantra- intendendo quel vasto patrimonio rappresentato dal genere narrativo che e' stato fondamentale nella crescita psicologica di intere generazioni passate, presenti e future potranno offrire un valido contributo alla ripartenza. Nella misura in cui esse proporranno scenari trasformati e plausibili, trame di un immaginario possibile riusciranno a fare breccia. Le narrazioni per loro natura, infatti, riescono perfettamente a mantenere una distanza di sicurezza tra chi legge e l'oggetto narrato, assolvendo ad uno scopo fondamentale, quello della riflessivita', della rielaborazione intima di situazioni, ruoli, messaggi'.
Le narrazioni servono anche a questo e le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi 'hanno bisogno di copioni in cui leggere le cose del mondo e il loro significato. Hanno bisogno di storie, di situazioni, di narrazioni, di canovacci altri, dove potersi rispecchiare e immedesimare in dimensioni nuove, in atteggiamenti e ruoli trasformati. Queste narrazioni, ora piu' che mai devono acquistare e veicolare messaggi di solidarieta', di non discriminazione tra i generi, di relazione positiva, di lentezza, di benessere, di equilibrio. Su di essi e' possibile costruire modelli di convivenza positiva. Il panorama editoriale della letteratura per ragazzi, alla vigilia del piu' importante appuntamento annuale dedicato: la 57 edizione della Bolognachildrens book fair in programma agli inizi Aprile 2020, si e' trovata improvvisamente nei marosi di una tempesta imprevista e inattesa- racconta ancora la presidente di 'Woman to be'- quella della Covid-19 e non ha potuto che annullare l'attesissimo appuntamento per tutti gli operatori del settore. Ma una volta superati i primi momenti di smarrimento, numerose case editrici, sia nel nostro paese che in altri, hanno fatto a gara nel proporre a famiglie e bambini e ragazzi una valanga di consigli di lettura, laboratori animati, presentazioni di testi e altre attivita' per fasce d'eta' e temi ricorrenti. L'obiettivo: riempire le lunghe ore della quarantena in casa e chiaramenteà. non farsi dimenticare. Ma questa risposta pur valida nella situazione contingente, appare debole e inadeguata se in divenire non sara' supportata da quel vento leggero ma formidabile di un'aria nuova. Abbiamo bisogno di aria nuova, di brezze leggere incessanti e continue nel tempo. Non si potra' fare finta che niente sia successo, meno che mai nel costruire nuove storie per bambine e bambini, ragazze e ragazzi. C'e' urgenza di ripartire proprio da loro- conclude Anatra- per dar vita a scenari altri, fatti di nuove relazioni, di solidarieta', di lentezza, di bellezza, di benessere'.
(Wel/ Dire)