No etichetta 'tutti promossi', pandemia prova piu' importante di esame stato
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 26 mag. - "Quest'anno all'esame di maturita' non arriveranno i giovani, ma le famiglie. Non sara' piu' semplicemente un esame ai diciottenni italiani, sara' un esame al nucleo familiare e qualche famiglia sara' piu' preparata, sia dal punto di vista tecnologico che culturale, mentre qualche altra rimarra' al palo e subira' un deficit. È un problema serio. Nel 2020 daremo un diploma di maturita' alle famiglie". La pensa cosi' il pedagogista Daniele Novara, fondatore e direttore del Centro PsicoPedagogico per l'educazione e la gestione dei conflitti (CPP), che aggiunge: "Di sicuro i diplomandi di quest'anno non potranno essere etichettati come 'quelli a cui e' stato regalato l'esame'. Quelli che usciranno dall'ultimo anno della secondaria superiore potranno legittimamente pensare di essere vittime, non certo dei privilegiati. Mi sembra assurdo- ribadisce- una vera e propria beffa ai loro danni pensare che siano dei privilegiati dopo tutto quello che in questi mesi hanno passato. Se restiamo nella realta', e non viaggiamo nella fantasia, vediamo che stanno attraversando una situazione difficilissima".
No, dunque, all'etichetta del 'Siete stati tutti promossi'.
"Questo modo di dire e' solo l'effetto del 'pour parler', di questo minestrone mediatico in cui tutti siamo finiti dentro- continua Novara- per cui chiunque puo' dire una stupidaggine che viene rimbalzata con effetti di risonanza assurdi. Questi ragazzi sono come tutti noi vittime di una situazione inedita a livello storico. Hanno vissuto un esperimento drammatico sulla loro pelle e pensare che, oltre a questo, gli diamo anche l'etichetta dell'aver attraversato un esame di Stato in maniera leggera, facile e addirittura gratuita, mi sembra veramente una violazione dei diritti".
In aiuto, poi, dei docenti che dovranno affrontare gli esami di maturita' in questa condizione, e con tutto il peso della quarantena alle spalle, il pedagogista consiglia: "Fate sentire gli alunni parte di una scuola che considera in questo momento la loro difficolta', il loro disagio, e tutto quello che hanno vissuto. Uscite dalla logica del giudizio, dell'interrogazione, delle risposte esatte. L'insegnante deve cogliere nell'alunno la motivazione all'apprendimento, cercando di andare aldila' della procedura tradizionale che si avvale di voti numerici per valutare una performance, che in questo momento non ci puo' essere- ricorda Novara- per tutte le condizioni che conosciamo. Effettivamente e' un impegno gravoso da parte degli insegnanti, hanno tutta la mia solidarieta' e spero veramente che ce la facciano".
La questione della valutazione tuttavia fa riflettere, almeno per capire come distinguere quei ragazzi che si sono impegnati di piu'. Novara pero' rassicura: "A livello internazionale le aziende assumono sulla base di una verifica delle effettive capacita', nel senso che e' la vita reale che fa la differenza, non e' un attestato piu' o meno burocratico. Nei dibattiti internazionale si discute, infatti, della necessita' di creare delle attestazioni di competenza, non delle attestazioni numeriche in centesimi. La vita per fortuna da' a questi ragazzi delle possibilita' che a volte la scuola non riesce a cogliere".
Il pedagogista conclude, allora, lanciando un messaggio ai giovani maturandi a un mese dall'esame: "Avete attraversato un'esperienza molto difficile, che dovete metabolizzare come esperienza generativa e non viverla in termini vittimistici.
Segnera' la vostra generazione, ma avendo vissuto qualcosa di molto faticoso potrete trovare quelle risorse per affrontare la vita con maggiore coraggio. Questa esperienza vi potra' restituire il coraggio, perche' senza coraggio non si vive ed e' questa la possibilita' che vi si apre nel momento in cui capirete che questa e' stata un prova ben piu' importante dell'esame di Stato".
(Wel/ Dire)