Scuola, Lucangeli: Rivoluzione passa da formazione docenti
Comitato tecnico al lavoro, neuroscienziata: stabilire nuovo patto educativo
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 mag. - "la distanza nella didattica non dipende dalla tecnologia, ma dal modello mentale che adotta l'insegnante.
la rivoluzione passa per la consapevolezza e la formazione del personale docente sul modello di didattica che utilizza". La neuroscienziata daniela lucangeli, membro della task force del ministero dell'istruzione per l'emergenza covid-19, preferisce allora abbinare alla parola didattica quella di "vicinanza", che si puo' ottenere anche attraverso la teledidattica, a patto di "stabilire modalita', mezzi e strumenti che passano necessariamente attraverso una formazione che non sia una parola ecolalica. Su questo- garantisce- stiamo lavorando seriamente, sia studiosi che istituzioni".
il comitato tecnico scientifico del ministero dell'istruzione "sta ragionando tanto su come avanzare delle proposte formative che corrispondano non solo a questo presente- continua la professoressa di psicologia dell'educazione e dello sviluppo presso l'universita' di padova- ma anche a quello che noi vogliamo dalla scuola. L'obiettivo e' una formazione che non sia una parola che si ripete sempre uguale a se stessa, come un ecco".
una didattica a distanza che si focalizza sul ripetere la lezione utilizzando le migliori tecnologie di powerpoint, dando esercizi da compiere, verificandoli e facendo in modo di attivare tutti i sistemi possibili affinche' lo studente non copi, "e' una didattica che ha come fine la prestazione. In sostanza- spiega la prorettrice dell'universita' di padova- questo modello dice all'allievo 'tu sei chi deve apprendere secondo suddette nuove modalita''. Se invece l'insegnante pensa che la teledidattica mette nella condizione di stare affianco all'allievo in una modalita' diversa, ovvero del 'differenziale di sviluppo', vorrebbe dire aiutare l'alunno ad apprendere con un nuovo contratto educativo- aggiunge lucangeli- dove in autonomia e con il suo aiuto riesca a risolvere il compito di apprendimento in una condizione in cui non si senta solo, ma con i suoi compagni e il supporto del docente".
la teledidattica puo', quindi, adottare il modello prestazionale, "che non mi convince affatto, ne' scientificamente ne' eticamente, oppure un altro, che ricorda a ogni studente: 'svegliati, questa mattina siamo qui perche' ci aspetta la seconda guerra di indipendenza. Come la affrontiamo? Vogliamo costruire insieme una mappa?'. Nel linguaggio psicopedagogico questo processo si definisce 'co-costruzione della conoscenza'. gli insegnanti hanno infiniti esempi di scienza psicopedagogica che possono adoperare- sottolinea la studiosa- ma c'e' bisogno di una formazione che li renda consapevoli della differenza tra applicare prestazioni attraverso una metodologia di co-costruzione, oppure generare un flusso di strategia che gli uni con gli altri diventano inclusivi di tutti, ma anche inclusivi dei flussi di intelligenza".
e la verifica a che cosa dovrebbe servire? "a capire da parte dell'insegnante che tutto cio' che doveva essere garantito nell'apprendimento e' stato garantito. L'obiettivo della verifica non e' fare da giudice della presenza o assenza. In un linguaggio piu' completo- chiosa l'esperta- il potere esecutivo o giudiziario e' diverso da quello educativo. L'apprendimento non e' soltanto 'io ti dico, tu apprendi', e il compito dell'apprendimento non e' gestibile dal soggetto che deve apprendere, ma e' un flusso di informazioni. E in questo flusso di informazioni e' inutile che continuiamo a fare tantissimi esempi di diagrammi in cui c'e' l'allievo al centro, l'insegnante, il contesto, le fonti informative e tutte le didattiche che si riempiono di tali parole se poi non comprendiamo e non siamo consapevoli- chiosa lucangeli- del tipo di modello che stiamo utilizzando dentro di noi". L'esperta propone un passaggio di forma mentis: "non devo riprodurre con la tecnologia quello che era gia' debole nella scuola in presenza - cioe' un ingozzamento delle informazioni e delle prestazioni - devo invece stabilire un nuovo accordo educativo: 'tu sei importante per me, la scuola viene a te in questo tempo, la scuola non e' un edificio, ma una comunita' umana fluida in cui ci si nutre gli uni con gli altri della reciproca inclusione'.
questo- conclude- e' il pensiero che sto cercando di condividere".
(Red/ Dire)
|