La psicologa: primi anni e relazione con care-giver sono fondamentali
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 mag. - "Attacchi rabbiosi dei ragazzi verso i genitori, dei genitori tra loro o verso i ragazzi. L'aumento dei rituali per tenere a bada l'angoscia, l'alterazione dei ritmi di base, il disaccordo tra mondo interno emotivo e la nostra pensabilita'". Tutti esempi di disregolazione emotiva, osservabili in una fase in cui "sono saltati tanti paradigmi e idee che hanno tenuto in vita le nostre modalita' di comportamento, tanto che ci ritroviamo ora nel pieno di una forte disregolazione, da cui e' stata colta tutta la popolazione".
Spesso "non viene attribuita ai sentimenti e agli affetti la loro importanza, sia come ispiratori che supervisori e moderatori dell'impresa culturale. Si sottovalutano questi fattori, che poi sono il principale antidoto in quello scollamento che avviene tra teorie e processi di vita". Esordisce cosi' Madga Di Renzo, psicoterapeuta dell'eta' evolutiva e responsabile del servizio Terapie dell'Istituto di Ortofonologia (IdO), che durante una diretta Facebook risponde alla domanda 'Perche' occorre occuparsi di disregolazione emotiva durante il Covid-19', riprendendo il pensiero del famoso neuroscienziato Antonio Damasio.
La regolazione emotiva e' un costrutto "che delinea un processo biologico che permette all'individuo di adattare le proprie risposte comportamentali in virtu' della regolazione e della modulazione dei propri stati interni", aggiunge Davide Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'IdO. Le emozioni, infatti, risultano "centrali", non solo perche' "vengono regolate ma perche' al contempo svolgono una funzione di regolazione che solitamente si articola in due momenti": una fase "primaria non verbale, a carico degli affetti", e una fase "secondaria legata alla capacita' di mentalizzazione, dunque piu' evoluta, che avviene successivamente", continua l'esperto.
La regolazione delle emozioni rientra appieno tra gli argomenti della cosiddetta 'Fase 2', perche' "si inserisce in un continuum in cui l'essere umano tenta alla nascita di regolare i propri stati interni per la sopravvivenza- illustra Trapolino- ritmo cardiaco, alimentazione, respiro e ritmo sonno-veglia".
La regolazione e' "sensoriale" quando "si e' in grado di integrare la nostra sensorialita' in dei percetti coerenti che organizzano la nostra mente e i nostri agiti", e di conseguenza permettono di accedere alla regolazione "emotiva". Questa, a sua volta, "permettera' l'acquisizione di quella attentiva fino ad arrivare alla regolazione comportamentale, che prelude all'acquisizione di una sorta di autoconsapevolezza che guidera' l'essere umano nel suo rapporto con il mondo", ribadisce il neuropsichiatra.
I primi anni di vita percio' "risultano fondamentali per acquisire queste competenze". Se il bambino e' in grado di regolare i propri stati emotivi, infatti, "sara' un bambino che e' resiliente, puo' recuperare quindi il suo equilibrio in virtu' delle sue capacita' di regolazione". Di pari passo con questo concetto va poi, a detta del medico, anche il concetto di "flessibilita', perche' se si e' flessibili e adattabili, il ruolo centrale che l'emozione detiene e' quello della dignita' piu' profonda, che questo sistema di regolazione deve avere ai nostri occhi". Dall'ottavo mese di vita, ad esempio, "la regolazione sensoriale e' gia' andata avanti, ma ha inizio il legame di attaccamento, palcoscenico privilegiato per imparare a regolare le emozioni". Il punto su cui Trapolino intende insistere e' "l'importanza della relazione, di un sistema bambino-care giver in cui c'e' una continua rinegoziazione tra capacita' di autoregolarsi da se' e capacita' di eteroregolazione".
I genitori possono svolgere quindi un ruolo in tutto questo, poiche' "la mente del bambino viene co-costruita con l'adulto di riferimento- gli fa eco Di Renzo- L'adulto funziona da catalizzatore e mediatore nel rendere digeribile al bambino quell'esperienza che ancora non sarebbe in grado di affrontare da solo. Un nutrimento psico-cognitivo costante, che consente di dare al bambino cio' che e' in grado di percepire", perche', continua la psicoterapeuta dell'IdO, "se lo sovrastimolasse il bambino non sarebbe piu' in grado di regolarsi". Il genitore puo' supportare dunque la regolazione emotiva dei bambini nel "lenire i momenti di angoscia inevitabile o la frustrazione del momento, incoraggianodolo e aiutandolo a comprendere che un danno puo' essere riparato, concetto fondamentale- statuisce Di Renzo- nelle traiettorie evolutive", cosi' come dal "punto di vista psichico e simbolico". Infine, occorre tenere a mente che e' importante anche "comprendere i momenti di difficolta', accettare determinate emozioni e aiutare" i piu' piccoli "a viverle, perche' abbiamo spesso quest'abitudine non profondamente corretta- conclude l'esperta- di cercare di sdrammatizzare subito i momenti" che i bambini possono vivere come complessi.
(Red/ Dire)