Brasile, Nicola: Covid ulteriore minaccia per indigeni
Intervista a psicoterapeuta, rete Diredonne
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 12 mag. - "Per moltissimi brasiliani il presidente del Brasile Bolsonaro dovrebbe essere giudicato dalla Corte dell'Aja perche' commette un crimine contro l'umanita'. Oggi su queste comunita' incombe anche il rischio di questo virus e come chiesto da piu' parti bisogna intervenire per tutelarli". Lo riporta all'Agenzia Dire Monica Nicola, psicoterapeuta attiva nella rete DireDonne, commentando un articolo uscito su O Globo sulle condizioni degli indigeni dell'Amazzonia, in serio pericolo per la pandemia da Covid-19.
Le comunita' infatti, gia' duramente messe alla prova dall'invasione crescente delle proprie terre- come riporta anche il quotidiano brasiliano- si trovano oggi a dover fronteggiare anche la minaccia del Coronavirus, con il rischio di "un vero e proprio genocidio", come denunciano osservatori, associazioni, rappresentanti politici e altre entita' indigene. A questo proposito, il fotografo Sebastiao Salgado, che ha trascorso gli ultimi 7 anni in Amazzonia a documentare la realta' in vista della sua prossima esposizione, ha lanciato un appello e una petizione a difesa delle popolazioni indigene che ha avuto l'appoggio di molte personalita' internazionali come Brad Pitt, Richard Gere, Paul McCartney, Madonna, Meryl Streep, Oliver Stone, Alfonso Cuaron, Alberto di Monaco, Giselle Bundchen. Nomi noti che si uniscono alla voce di Salgado, che da sempre racconta quanto sia grave la situazione, "a causa anche della mancanza di anticorpi delle comunita' indigene a questo tipo di malattie europee e per l'accesso praticamente inesistente alle strutture sanitarie. La responsabilita' del Brasile sara' immensa se non si interviene".
Nel 2017 il fotografo ha trascorso 20 giorni nella Valle di Javari, seconda maggior terra indigena del paese, con l'etnia korubo, ed accusa il governo federale di promuovere uno smantellamento della Fondazione nazionale dell'Indio (Funai)- una sorta di sindacato delle comunita' indigene- tagliando fondi e protezione.
"Siamo di fronte ad una situazione molto grave- ha concluso Nicola- Il nostro e' l'unico paese al mondo che e' uscito in strada per manifestare contro la quarantena e le chiusure delle attivita', appoggiando il presidente Bolsonaro. D'altronde ad un giornalista che gli chiedeva 'Sono morte quasi 4000 persone, che intende fare?', la sua riposta e' stata 'E allora? Mi dispiace. Cosa volete che faccia? Sono Messia, ma non faccio miracoli', ironizzando sul suo secondo nome Messias".
(Red/ Dire)
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