L'appello alle istituzioni di un giovane ricercatore ai tempi del Covid-19
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 12 mag. - Trattare i pazienti psichiatrici ai tempi di Covid-19, un problema quotidiano diventato ormai quotidiano. Si tratta di persone che necessitano di un elemento terapeutico essenziale, particolarmente difficile da perseguire in queste settimane di emergenza e distanziamento sociale: la presenza fisica del medico. Questo uno degli aspetti toccati dall'analisi di Giovanni Taccari, triestino laureato all'ateneo di Bologna, medico chirurgo e ricercatore a contratto.
"I pazienti psichiatrici- afferma Taccari- sono particolarmente a rischio in questa pandemia e la cui voce, gia' in una situazione di ordinaria tranquillita', viene spesso risucchiata in un silenzioso cono d'ombra. In questo momento, in cui tutto il mondo si e' fermato e ognuno e' costretto a cambiare radicalmente abitudini e routine, ogni attivita' umana incontra delle difficolta' e cio' vale anche per i servizi di cura psichiatrica, una realta' complessa le cui problematiche vengono estremizzate e rese evidenti dalla situazione emergenziale".
Giovanni Taccari ha lanciato un appello alle Istituzioni, il dottore sottolinea come alla mancanza di base di risorse, si affianca un'adeguata rivisitazione delle norme, in un panorama che sta cambiando velocemente. "Un altro problema e' quello delle residenze assistenziali- continua il medico- in cui molti pazienti vivono e che costituiscono un'altra potenziale bomba ad orologeria, come le RSA (Residenze Sanitarie Assistenziali) per gli anziani. In queste strutture servono linee guida, spazi in cui poter isolare i pazienti, rispettando il distanziamento sociale senza pero' far venir meno il supporto sanitario a cui un paziente psichiatrico ha diritto. Questi oggettivi problemi pratici vanno ad incidere su una branca nella medicina che ha nel rapporto diretto fra medico e paziente, una delle sue caratteristiche fondanti. Da questo dipendono i risultati del percorso terapeutico che i pazienti psichiatrici affrontano ed e' difficile per un'intera disciplina cambiare in modo cosi' repentino e radicale".
"Gli operatori sanitari si sono mossi e si sta assistendo ad un forte impulso alla telepsichiatria- prosegue- cioe' ad una psichiatria fatta a distanza, attraverso i software che tutti stiamo imparando a conoscere. L'APA (American Psychiatric Association) ha messo a disposizione degli psichiatri il supporto tecnologico e di formazione necessario ad effettuare la transizione, ma molti quesiti rimangono ancora aperti.
L'emergenza sara' superata- conclude Taccari- se pero' l'attenzione non verra' posta in maniera duratura sull'importanza dei servizi territoriali, domiciliari e del rapporto umano nella sanita', nel processo potremmo perdere le conquiste faticosamente ottenute negli ultimi 40 anni dalla psichiatria".
"Gli operatori sanitari si sono mossi e si sta assistendo ad un forte impulso alla telepsichiatria- prosegue- cioe' ad una psichiatria fatta a distanza, attraverso i software che tutti stiamo imparando a conoscere. L'APA (American Psychiatric Association) ha messo a disposizione degli psichiatri il supporto tecnologico e di formazione necessario ad effettuare la transizione, ma molti quesiti rimangono ancora aperti.
L'emergenza sara' superata- conclude Taccari- se pero' l'attenzione non verra' posta in maniera duratura sull'importanza dei servizi territoriali, domiciliari e del rapporto umano nella sanita', nel processo potremmo perdere le conquiste faticosamente ottenute negli ultimi 40 anni dalla psichiatria".
(Red/ Dire)