Libri, gite e sana noia, consigli per estate cittadina
Psicologi: Ferie sono stato emotivo ma societa' non tollera i 'non parto'
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 lug. - "Sui social ogni anno tutti cercano di postare foto di vacanze spettacolari e di pubblicare l'immagine che e' piu' d'effetto per stupire, mostrandosi in cene o eventi di gala. Purtroppo il non andare in vacanza sembra quasi non tollerato dall'attuale stato sociale. Quando lo dici le persone rimangono stupite e ti guardano come fossi un alieno". E cosi', come non fosse "consentito dire di non 'partire', nell'aria si diffonde sempre piu' la domanda: 'Ma tu dove andrai in vacanza?'". Esordiscono cosi' gli psicologi del team 'Lontani ma Vicini' che, riflettendo sulle conseguenze sociali e psicologiche delle prime ferie italiane post-Covid, forniscono un breve vademecum per chi in vacanza alla fine non potra' andare. E se c'e' chi a causa della pandemia "e' un po' indietro rispetto all'organizzazione delle ferie", c'e' anche chi paventa la "possibilita' sempre piu' concreta di non andarci proprio", che sia per "paura, per ristrettezze imposte dell'emergenza o per problemi economici". Ma chi resta in citta' come puo' mantenere un clima vacanziero? L'equipe di psicologi ricorda che "la vacanza e' in primis uno stato emotivo oltre che un'esperienza da vivere. 'Essere in vacanza' e' la modalita' che ti permette di staccare da eventi quotidiani, dalla routine lavorativa e dalla sveglia mattutina".
In vacanza in citta' si puo' ripartire "dall'apprezzare le piccole cose: stare piu' tempo in famiglia, leggere un libro che teniamo da troppo tempo sul comodino, fare lunghe passeggiate nella natura- spiegano gli esperti- come organizzare piccole gite nei luoghi vicini alla propria citta'".
Non c'e' solo mare, montagna o campagna. Allargando la visuale, andare in vacanza significa anzitutto "godere degli spazi che a lungo non sono stati vissuti". Significa "prendersi tempo per se', dedicarsi alla cultura, alla cura del proprio corpo, a esercizi fisici non impegnativi" che abbiano pero' il potere di "rimetterci in contatto con quella parte di se', che molte volte viene trascurata". Ci si potrebbe "anche dedicare a una cucina salutare avendo piu' tempo a disposizione", consigliano concludendo, ma soprattutto si puo' "sempre scegliere di concedersi un po' di noia".
È anche questo 'Lontani ma vicini', il progetto targato DireGiovani e Istituto di Ortofonologia (IdO), avviato nell'ambito della task force del ministero dell'Istruzione per supportare giovani, famiglie e insegnanti durante la pandemia in Italia.
(Wel/ Dire)
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