"Aumentata nel mondo con Covid-19. Piemonte primo ordine ad aderire"
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 lug. - Psicologi e psicologhe di tutto il mondo si sono uniti contro la violenza domestica: fisica, psicologica e sessuale che "e' aumentata a livello globale durante la pandemia da Covid-19". A riferirlo e' l'Ordine degli Psicologi del Piemonte, "primo e unico Ordine italiano coinvolto nel Manifesto dell'iniziativa internazionale" insieme a circa 60 associazioni del settore.
L'obiettivo comune del comparto salute mentale, unitosi globalmente, "e' promuovere attivita' concrete e condivise per rispondere ai bisogni effettivi delle persone vittime dirette e indirette di violenza domestica". L'Organizzazione mondiale della Sanita' stima che 1 donna su 3 nel mondo (35%) abbia subito violenza sessuale e non, almeno una volta nella vita.
Quattro le linee guida citate dagli psicologi piemontesi: OFFRIRE SUPPORTO, CONDIVIDERE RISORSE - "Le vittime di violenza domestica hanno infatti maggiori probabilita' di chiedere aiuto, quando credono che riceveranno la protezione e il sostegno necessari per cambiare la propria condizione". Per questo occorre "agire per identificare gli individui a rischio e proteggere le persone creando familiarita' verso i servizi sul territorio".
INIZIARE A PARLARNE CON LA TUA COMUNITÀ - La crisi pandemica globale e "le fonti di malessere e stress correlate- continuano gli psicologi piemontesi- hanno contribuito ad aumentare le diverse forme di violenza a casa e nelle comunita'. Sono molte, infatti, le persone che possono non realizzare che loro stesse", o qualcuno che le circonda, "si trovino in una situazione di violenza. In alcune situazioni- scrivono- il rischio di normalizzare la violenza rende meno evidente la violenza mascherata, quella piu' silenziosa e psicologica, che essendo meno visibile e' piu' difficilmente identificabile. Parlarne nella propria comunita', educarla, significa anche sensibilizzare la collettivita' sulla realta' della violenza nelle sue diverse forme e sulla concreta possibilita' di fornire un aiuto effettivo".
NON C'È SALUTE, SENZA SALUTE MENTALE - Le persone vittime di violenza, durante una crisi o una calamita', "possono subire un impatto a lungo termine sulla salute mentale, in situazioni doppiamente complicate, che possono esercitare un impatto a lungo termine sulla salute mentale, con rischi di complicazioni post-traumatiche, depressione, ansia e altre difficolta' psicologiche e relazionali. È necessario promuovere la funzionalita' dei servizi accessibili, per rispondere non solo ai bisogni immediati ma anche alle problematiche a lungo termine". VEDERE LA PERSONA, NON LO STEREOTIPO - La violenza "va poi contestualizzata alla storia del singolo individuo poiche' il trauma puo' essere amplificato dall'esperienza pregressa".
Scoprire come fornire "piena assistenza in base a bisogni specifici, significa vedere la persona, non lo stereotipo e quest'azione puo' rappresentare un primo punto di svolta per arginare un problema cosi' sentito in Italia e nel mondo".
Nello Stivale e' stato difatti attivato il numero verde gratuito 1522, "attivo 24 ore su 24, in diverse lingue, per accogliere segnalazioni sulla violenza, fornire informazioni di primo soccorso o di orientamento sui centri antiviolenza e gli sportelli a cui rivolgersi".
(Wel/ Dire)