Lo psichiatra: Sono guidate da interesse prioritario di sanita' pubblica
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 lug. - "Non si deve parlare di un'estensione del Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) che ha un carattere puramente psichiatrico e il fine di garantire il diritto della persona, con problemi di salute mentale, a essere curata. Oggi, il ministro, il presidente della Regione e il sindaco possono gia' emettere delle ordinanze guidate da un interesse prioritario di Sanita' pubblica. Queste ordinanze hanno le stesse caratteristiche del Tso, ma sono rivolte alla prevenzione della diffusione di malattie infettive". Lo dichiara alla Dire Fabrizio Starace, presidente della Societa' italiana di epidemiologia psichiatrica (Siep) e direttore del dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell'Ausl di Modena, in merito all'ipotesi avanzata dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia di introdurre il Tso per chi, una volta scoperto di essere positivo al Covid-19, non rispetti la quarantena e l'autoisolamento per preservare la collettivita'.
"Il sindaco di un qualsiasi comune- spiega- informato della presenza di una condizione potenzialmente infettiva a carico di un cittadino, puo' disporre con un'ordinanza la sua collocazione coattiva che eviti la diffusione del virus. Fondamentale pero' e' che prima la persona in questione sia informata e convinta al trasferimento in un albergo sanitario e alle cure- aggiunge Starace- nel caso in cui la sua abitazione non riesca a garantire spazi idonei che evitino il contagio con altre persone, o in presenza di soggetti senza fissa dimora. Solo in caso di rifiuto puo' partire l'ordinanza. Infine, c'e' il codice penale- conclude il presidente Siep- che prevede delle sanzioni per le condizioni accertate di procurata epidemia, ma in questo caso si sanziona un comportamento che si e' gia' realizzato, mentre nel primo caso si tende a prevenire il problema di sanita' pubblica".
(Wel/ Dire)