Tiemtore (Soleterre): Con psicologi pediatrici e sostegno Cei
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 30 giu. - La casa e' stata appena acquistata e potra' accogliere tra i 12 e i 14 bambini, tutti accompagnati da un genitore. E a sostenere i minori, malati di cancro, saranno educatrici specializzate e psicologi pediatrici, formati grazie a un impegno che unisce il Burkina Faso all'Italia.
Con l'agenzia Dire ne parla Parfait Tiemtore, responsabile del Programma Salute di Soleterre, l'organizzazione non governativa che coordina il progetto. "In Africa di psicologi pediatrici ce ne sono molto pochi" la premessa: "Nei due ospedali della capitale Ouagadougou, lo Yalgado Ouedraogo e il Charles De Gaulle, per quasi mille bambini ce n'e' solo uno".
Numeri che dovrebbero cambiare grazie a una nuova piattaforma di formazione, sostenuta dalla Conferenza episcopale italiana (Cei), che coinvolge Soleterre non solo in Burkina Faso ma anche in Marocco, Costa d'Avorio e altri Paesi.
Nell'immediato c'e' la casa, con l'apertura prevista a settembre. "La gestiremo insieme con i partner del Gruppo franco-africano di oncologia pediatrica" dice Tiemtore, che spiega: "Le cure per il cancro durano cinque, sei o anche otto mesi, ma le famiglie che non hanno mezzi finanziari e non trovano un posto letto in ospedale sono costrette a tornarsene nelle aree rurali di origine, senza poter poi tornare ogni mese per controlli e follow up". La casa, allora, sarebbe un rifugio contro l'abbandono. "Servira' ad accoglierli e a sostenerli" sottolinea il responsabile di Soleterre. "Dopo l'acquisto, tramite la Fondation Lalla Salma della regina del Marocco, stiamo preparando l'arredamento e immaginando un nome che sappia di rinascita e speranza".
Un sentimento, questo, che in Burkina Faso puo' fare la differenza ancora piu' che altrove. Tiemtore ricorda che alle porte di Ouagadougou sono accampati ormai centinaia di migliaia di sfollati, costretti a lasciare i propri villaggi dalle incursioni e dalle violenze di gruppi armati in lotta contro il governo.
Il presidente Roch Marc Christian Kabore' ha ribadito che non intende negoziare con i "terroristi" e che l'esercito otterra' la "vittoria" sul campo. Secondo Tiemtore, pero', bisogna considerare anche le ragioni sociali che stanno dietro al conflitto e alla capacita' di reclutamento dei ribelli. "A combattere sono perlopiu' giovani e giovanissimi, convinti dalla propaganda islamista soltanto perche' non hanno ne' una casa, ne' un lavoro: e' cosi' che prendono le armi, in cambio di un po' di soldi".
(Wel/ Dire)