Con pandemia 300mila persone a rischio disturbi
Studio italiano: 37% persone ha stress post trauma, 20% ansia, 7% insonnia
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) 30 giu. - I costi di questa epidemia saranno alti anche dal punto di vista psicologico. È stato stimato che saranno 300mila o piu' le persone che svilupperanno disturbi psichici, soprattutto tra coloro che hanno meno risorse e meno capacita' di adattamento.
Questi i temi al centro della Web Conference 'Lockdown vs salute mentale: la tutela del paziente nell'era Covid-19', organizzata da MA Provider con il contributo di Lundbeck e Otsuka.
L'iniziativa si e' posta l'obiettivo di stimolare il dibattito tra associazioni di pazienti, clinici, istituzioni e industria al fine di individuare soluzioni innovative condivise alla luce di una attenta analisi delle ripercussioni, sia di ambito clinico che gestionale, che la pandemia e il conseguente lockdown, avranno su "nuovi e vecchi" pazienti, peraltro estremamente fragili.
L'emergenza Covid-19 ha prodotto conseguenze rilevanti non solo in ambito clinico ed economico, ma ha anche lasciato significative ripercussioni psicologiche. Uno studio pubblicato dal 'The Lancet' ha recentemente preso in analisi le ripercussioni psicologiche in Cina, evidenziando come, superati i dieci giorni di isolamento, la mente inizi a cedere e, a partire dall'undicesimo giorno, emergano stress, nervosismo ed ansia, i cui effetti diventano piu' gravi al traguardo del 15esimo giorno di lockdown.
Inoltre, la societa' di ricerca 'Open Evidence' ha condotto un'indagine in Italia, Spagna e Regno Unito, da cui e' emerso che in Italia il 41% della popolazione e', attualmente, "a rischio salute mentale" a causa di vari fattori di vulnerabilita' socio-economica (tale percentuale sale al 46% in Spagna e al 42% nel Regno Unito). Mentre lo Studio condotto dall'Universita' dell'Aquila in collaborazione con l'Universita' di Roma Tor Vergata e pubblicato sulla rivista MedRxiv, rivela come, su un campione di 18mila persone, il 37% degli intervistati presenta sintomi da stress post traumatico, il 20% ansia severa, il 7% insonnia e il 21% stress.
Per questo motivo, in questa fase, appare piu' che mai fondamentale che clinici, istituzioni, industria e associazioni di pazienti uniscano le forze per individuare adeguati percorsi terapeutici e gestionali per tali pazienti e rivalutare quanto gia' strutturato ante Covid per i pazienti gia' affetti da simili patologie.
"Nei giorni scorsi il ministero della Salute ha illustrato i risultati di un'indagine condotta dal Gaslini di Genova sull'impatto psicologico della pandemia sui minori. Dallo studio e' emerso che, a causa del lockdown, dovuto all'emergenza Coronavirus, il 65% dei bambini sotto i 6 anni e il 71% di quelli sopra ha avuto problematiche comportamentali di varia natura e sintomi di regressione. La ricerca ci conferma timori e indizi che avevamo. In questi mesi si e' spesso discusso sulla questione del lockdown e della condizione dei bambini. L'indagine dimostra che essere stati tenuti cosi' forzatamente in casa, senza amici, scuola, senza nonni e zii e senza quella serie di abitudini che sono un elemento di sicurezza, su molti di loro ha prodotto conseguenze", spiega la sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa.
"Per la prima volta nella storia della Repubblica italiana e' stata adottata una misura cosi' grave e importante: restare tutti a casa per oltre due mesi, una misura di tale portata che ha avuto inevitabilmente enormi conseguenze non solo sull'economia del nostro Paese- continua Paolo Siani, deputato Pd e membro della XII commissione Affari Sociali- ma anche sulla vita sociale dei cittadini italiani e in particolare su ragazze e ragazzi. Gli scienziati ci avevano gia' avvertito che un tale radicale cambiamento dello stile di vita quotidiano, avrebbe portato delle conseguenze sul piano psicologico. Tutti gli studi condotti sulle precedenti pandemie sono concordi nel ritenere- sottolinea il pediatra- che tra i soggetti piu' colpiti sul piano psicologico ci siano proprio i medici e gli staff ospedalieri, ma anche i soggetti in giovane eta'. E i sintomi piu' frequenti sono "disturbi emotivi, depressione, stress, disturbi dell'umore, irritabilita', insonnia e segnali di stress post-traumatico".
- Lo studio condotto in Italia durante la pandemia dall'IRCCS Gaslini di Genova ha confermato che "su quasi 7.000 persone intervistate- ricorda Siani- le bambine e i bambini hanno sofferto di disturbi del sonno, attacchi d'ansia e aumento dell'irritabilita'. Questa e' la conferma che la situazione di isolamento ha determinato una condizione di stress con ripercussioni non solo sull'economia, non solo sulla salute fisica, ma anche su quella emozionale-psichica, sia degli adulti che dei bambini. Per questo motivo insieme a un gruppo di pediatri e di psicologi abbiamo realizzato due opuscoli rivolti proprio ai genitori e agli adolescenti in cui proviamo a dare piccoli suggerimenti su come affrontare e superare i danni che il lockdown ha determinato sulla nostra salute".
La Sip si e' attivata con molteplici iniziative per non far sentire soli i propri pazienti. Cio' che e' emerso da un questionario inviato a dipartimenti e servizi ospedalieri su quanto avessero ridotto la loro attivita' ha mostrato dati significativi: solo il 14% degli ambulatori e' rimasto chiuso e il 25% ha avuto un orario ridotto, mentre il 75% delle visite e' stato fatto da remoto. "Questa sostanziale non chiusura e la tecnologia hanno permesso ai pazienti di continuare i trattamenti sia di tipo farmacologico che di supporto psicoterapeutico- aggiunge Enrico Zanalda, presidente Sip- molti di questi strumenti hanno rivelato tutta la loro efficacia.
L'auspicio e' che la telemedicina sia implementata nella routine clinica anche in carenza di epidemia Covid. I pazienti, da parte loro, hanno risposto abbastanza bene: coloro che hanno difficolta' nelle relazioni sociali si sono adeguati meglio; quelli con difficolta' a rimanere in casa faticavano a rispettare la non uscita, tanto che dal 4 maggio non siamo piu' riusciti a contenerli. Tuttavia, durante il lockdown c'e' stato un aumento di richieste per ansia, per paura del contagio, timore di uscire o di rimanere isolati. Adesso ci troviamo di fronte a un aumento di crisi depressive d'ansia legate alla crisi economica che molte persone hanno sofferto ed alla paura che nei prossimi mesi possa esserci un peggioramento della situazione economica. In particolare, per la fase estiva e quella immediatamente successiva, quando alcune persone capiranno che le loro attivita' non potra' ripartire, si teme un aumento dei suicidi".
(Wel/ Dire)
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