Sonnino (I.C. Regina Elena di Roma) partecipa a convegno Ido
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 23 giu. - La sfida della nuova scuola del futuro sara' "comprendere quanto la scuola oggi possa essere in grado di lavorare tra la distanza fisica e la distanza emotiva". Parte da qui Rossella Sonnino, dirigente scolastica del I.C. Regina Elena di Roma, anche psicoterapeuta, che intervistata dalla Dire annuncia la sua presenza al prossimo convegno 'IdO50', previsto a Roma dal 22 al 25 ottobre. "Cinquant'anni sono tanti e dal mio punto di vista l'Istituto di Ortofonologia (IdO) li ha cavalcati- aggiunge Sonnino- essendo sempre all'altezza: sulle proposte, sull'innovazione e sulle sperimentazioni".
'La scuola oggi' sara' il tema centrale della sessione che la vedra' presente al convegno autunnale, dove si parlera' "di tutte le ultime novita' che sono uscite fuori", anche dalla pandemia. "Ad esempio cercheremo di comprendere quanto la didattica a distanza abbia pesato sulla scuola e suoi ragazzi in termini affettivi, emotivi e di rapporto sociale con l'altro".
Gli approfondimenti verteranno su "quanto le ristrettezze, come il tornare a scuola distanziati o con la mascherina, cambieranno profondamente lo stile di conduzione e di apprendimento dei ragazzi". Al contempo a cambiare sara' "anche il modo di porsi e di fare lezione- rincara la dose- Noi, ormai, andavamo verso una scuola che lavorava in piccoli gruppi, ma questi lavoravano in modo cooperativo". Le vicinanze erano "molto strette e adesso, proprio a noi che lavoriamo sulla vicinanza", viene chiesto di "creare una lontananza che per noi e' molto complessa", commenta.
Il compito per "gli educatori e per qualsiasi tipo di scuola sara' allora quello di colmare quella distanza dalla dimensione emotiva e psicologica del bambino", riflette. Questo l'ambizioso tema che si propone di affrontare in occasione del convegno IdO50: "Come creare il giusto equilibrio tra distanza fisica e distanza emotiva a livello di alunno con alunno? Se il compagno va tenuto a giusta distanza- immagina Sonnino- come la colmo, allora, a livello emotivo?" Lo spazio tra distanza fisica ed emotiva dovra' essere "uno spazio creativo, in cui la scuola - gli educatori e i docenti - dovranno creare delle situazioni di lavoro cooperativo in cui bambini e ragazzi sentano di lavorare per un obiettivo comune".
Occorrera' impegnarsi "non solo all'interno di una didattica collaborativa, ma anche all'interno di una didattica che stabilisca degli obiettivi, non piu' essenzialmente individuali. Questo, infatti, non consentirebbe di lavorare all'interno di una dimensione emotiva". Dare piu' spazio "alla comunicazione, all'incontro con l'altro, anche attraverso un cambio di modalita' che non sara' sempre facile per alcuni".
Gli insegnanti dovranno imparare a "non avere un atteggiamento distaccato, perche' all'interno di una distanza fisica questo peggiora lo spazio espressivo del ragazzo. Io credo- conclude la psicoterapeuta- che oggi agli educatori spetti veramente un compito alto, davvero importante, anche da un punto di vista psicologico".
(Wel/ Dire)