Volpato (Unimib): Inoltre scelta riflette concezione statica della societa'
Roma, 21 gen. - "Penso che la scelta di descrivere in questo modo le scuole sia profondamente sbagliata. È una scelta che perpetua le disuguaglianze, rafforzando negli studenti e nei loro genitori l'idea che le classi sociali siano compartimenti stagni, e che il contatto tra differenti ceti sociali sia inopportuno". È questa la riflessione rilasciata alla Dire da Chiara Volpato, psicologa sociale e professoressa dell'Universita' degli studi di Milano Bicocca, rinomata studiosa di disuguaglianze, relazioni tra gruppi, deumanizzazione, pregiudizio e sessismo, oltre che recentemente autrice del volume 'Le radici della disuguaglianza', edito da Laterza a gennaio 2019.
La decrizione dei plessi scolastici, operata dall'Istituto comprensivo di via Trionfale sulla propria piattaforma web, infatti, "riflette, forse inconsapevolmente, una concezione statica della societa', in cui la mobilita' sociale e' inesistente o riservata solo a poche fortunate eccezioni.
Contrasta con lo stesso dettato costituzionale (Articolo 3) che assegna a tutti noi e in primis alle istituzioni scolastiche- illustra Volpato- il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona, confinando gli individui in ruoli gerarchicamente ordinati".
La scelta, conclude l'esperta, "crea nei ragazzi stati d'animo e percezioni sbagliate. Coloro che appartengono per nascita alla classe privilegiata saranno portati a pensare di meritare la propria posizione sociale, mentre coloro che appartengono a classi meno favorite saranno meno motivati a impegnarsi".
(Wel/ Dire)