Neuropsichiatria infantile, a Palermo da 2016 +40% accessi
Trapolino (Arnas): Puntare su modello interpretativo, non categoriale
21 gen. Nel primo trimestre del 2019 la percentuale di ricoveri al "reparto di neuropsichiatria infantile di Palermo ha registrato un incremento del 40% rispetto al 2016".
È questo il dato allarmante che piove dalla Sicilia sull'intero stivale, secondo le dichiarazioni di Emanuele Trapolino, neuropsichiatra infantile dell'Ospedale Giovanni Di Cristina (Arnas) di Palermo, intervistato dall'agenzia Dire.
La psicopatologia in eta' evolutiva e' "un argomento piuttosto vasto-spiega il neuropsichiatra- che riguarda diverse diagnosi che appartengono all'asse 1 del DSM (il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali)". Tra queste il medico cita "i disturbi della condotta, del comportamento alimentare, del discontrollo degli impulsi, della personalita' a evoluzione precoce, i disturbi affettivo-relazionali, nonche' le somatizzazioni, ma soprattutto i tentativi di suicidio e l'abuso di sostanze stupefacenti".
Tutti questi fattori "implicano un'attenzione ulteriore rispetto all'atto diagnostico-continua il neuropsichiatra- che in eta' evolutiva e' sempre oggetto di transizione da uno stato all'altro". La necessita', a detta dello specialista, "e' quella di dare rilevanza a un modello interpretativo piuttosto che categoriale". Quindi Trapolino punta sul modello dimensionale, che aiuta a "comprendere dove si inserisca esattamente la patologia e quali siano, invece, le risorse residue del giovane adolescente nell'ottica della sua precisa individuazione e della sua corretta maturazione".
Difatti, "individuarsi per un adolescente e' sempre un obiettivo e un grosso problema. La scelta ospedaliera - in questo caso psichiatrica - in termini di assistenza, contenimento e sostegno, piuttosto che seguire un concetto categoriale- conclude lo specialista- deve imporre una presa in carico e una lettura dinamica anche e soprattutto nel sintomo. Questo perche' il sintomo e' una forma di comunicazione alternativa che siamo obbligati a leggere nel modo piu' funzionale possibile".
(Wel/ Dire)
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