Circa 6% affetti da febbre gratta e vinci, videopoker e slot machine
Roma, 14 gen. - Disturbi visivi e del sonno, sbalzi d'umore, obesita', condotte delinquenziali, ansia, depressione e comportamenti eccessivi.
Sono alcune delle conseguenze del gioco d'azzardo sulla salute di adolescenti e ragazzi tra i 15 e i 19 anni, che, affetti dalla febbre del 'Gratta e vinci' e attirati dagli schermi di videopoker e slot machine, troppo spesso "non riconoscono il problema come patologico". Dopo "un aumento di questo fenomeno negli anni passati, i numeri sono oggi in riduzione", afferma alla Dire Pietro Ferrara, presidente della Societa' italiana di pediatria (Sip) sezione Lazio a margine dell'apertura del primo congresso regionale congiunto di pediatria. Un'incidenza che comunque resta allarmante: nel tunnel della ludopatia, infatti, sono "circa il 5-6% della popolazione dei ragazzi- spiega- e il 13% di quelli intervistati in una recente ricerca ha giocato almeno una volta nell'ultimo mese".
Dati che devono far riflettere nell'ottica di una prevenzione da realizzare "dentro e fuori le scuole. Non si possono vedere videogiochi o sale slot vicino agli istituti scolastici dove ci sono minori", denuncia Ferrara, proprio nel giorno in cui la lotta al gioco d'azzardo negli spazi sociali e di formazione dei giovani torna alla ribalta grazie all'ordinanza del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando. Il primo cittadino del capoluogo siciliano, infatti, ha vietato l'apertura di sale gioco tradizionali e videolottery a meno di 500 metri dalle scuole di qualsiasi ordine e grado e dai luoghi ricreativi frequentati dai giovani.
Quali sono nel ragazzo i segnali di un comportamento disfunzionale legato al gioco? "Il leitmotiv e' l'avverbio 'improvvisamente'- continua il presidente regionale della Sip- Un improvviso calo del rendimento scolastico, un improvviso cambiamento di umore, un improvviso isolamento sociale, la ricerca continua di denaro". Tutti segnali "indiretti, non fisici, ma comportamentali", che "devono spingere la famiglia ad essere piu' vicina al ragazzo e a cercare di capire se c'e' qualcosa che non va".
Fondamentale anche il "ruolo-sentinella del pediatra, perche' e' la prima persona con cui si confronta la famiglia" e la figura "che ha gli elementi per poter comprendere se questi segnali rientrano in un tumulto adolescenziale, di crescita, o sono patologici. Noi pediatri- insiste Ferrara- dobbiamo intervenire facendo formazione e diffondendo la conoscenza che anche questo, oggi, e' un problema. La prevenzione va fatta col dialogo- conclude- con gli insegnanti e con le famiglie".
(Red/ Dire)