Roma, 25 feb. - "Se i piani del settore delle comunicazioni per il 5G si realizzeranno, nessuna persona, animale, uccello, insetto o pianta sulla terra sara' in grado di evitare l'esposizione 24 ore al giorno, 365 giorni l'anno, a frequenze decine o centinaia di volte maggiori di quelle esistenti oggi. Non ci sara' alcuna possibilita' di fuga in nessun luogo del pianeta, questa e' la dimensione del fenomeno del 5G". A parlarne e' Francesco Bottaccioli, presidente onorario e fondatore della Societa' italiana di psico neuro endocrino immunologia (Sipnei), intervistato dall'agenzia Dire sulle tematiche del IV congresso della Societa', atteso nel capoluogo toscano tra il 20 e il 22 marzo prossimo.
Il 5G, che in sede congressuale verra' trattato dalla direttrice dell'Istituto Ramazzini di Bologna, Fiorella Belpoggi, e' un tema che oggigiorno interessa e angoscia sempre piu' l'opinione pubblica. Il problema centrale, illustra l'esperto, non e' relativo all'implementazione o meno della tecnologia stessa. "Ne' io ne' Belpoggi, infatti, sosteniamo che allora ci ammaleremo tutti di tumore. Il discorso e' un altro- continua- e riguarda l'intensita' della frequenza, il tipo di esposizione di ognuno di noi e non solo". Questo avanzamento, infatti, "non riguarda soltanto noi, ma tutte le forme viventi del pianeta".
È indubbio, ci tiene a precisare Bottaccioli, che siamo di fronte a "un avanzamento tecnologico spettacolare, che ha anche dei vantaggi. E questo e' fuori discussione perche' la nuova connessione e' virtualmente totale, globale, per connettere non solo le persone ma anche le cose. Tutto cio'- continua il presidente onorario Sipnei- avra' dei vantaggi enormi sulla salute, sulla possibilita' di interventi a distanza, sul miglioramento eccezionale delle capacita' diagnostiche. Quindi probabilmente non e' possibile dire no, tornare indietro. È un avanzamento che pero' va gestito, perche' puo' anche avere delle conseguenze molto negative". Cio' che e' certo, e' che non e' il caso "di sollevare allarmismi o discorsi di carattere luddistico" (il movimento luddista nasce in Inghilterra a fine XIX e prevede il sabotaggio da parte di membri della classe operaia dei mezzi di produzione, ndr).
La necessita', pero', sembra quella "di avvertire la societa' e l'intero mondo che questo livello di esposizione potrebbe creare dei guai. Sotto il profilo tecnico, infatti, dovremmo ragionare- illustra Bottaccioli- su quale sia il livello di esposizione che giudichiamo possa garantire da un lato l'avanzamento della tecnologia, e dall'altro anche un minimo di sicurezza".
Il 5G e' un tema che "deve essere pubblico- ribadisce- di dibattito pubblico. Non puo' essere gestito nel chiuso delle stanze dei governi o delle societa' tecnologiche che creano le strutture. È un tema che va affrontato in modo molto serio e documentato" proprio come accadra' in occasione del congresso, "fornendo un contributo- conclude il filosofo della scienza- sia alla comunita' scientifica che a operatori e cittadini".
(Red/ Dire)