In ultimi 3 anni ricerca punta a migliorare effetti collaterali farmaci
25 feb. - "La schizofrenia e' probabilmente la malattia piu' grave tra i disturbi mentali, perche' maggiormente provoca le alterazione del comportamento e del funzionamento della persona, impattando sulla famiglia e la societa'. È una malattia relativamente rara, ne e' affetto circa l'1% della popolazione generale ma una quota di questa e' relativamente resistente ai trattamenti: il 15-20% dei pazienti ha infatti una scarsa prognosi". Ne parla alla Dire Alessandro Rossi, psichiatria e professore di Psicologia clinica dell'Universita' degli studi dell'Aquila, nonche' presidente della Societa' italiana di psicopatologia (Sopsi) nel corso del suo XXIV congresso nazionale a Roma.
"Anche le persone che rispondono ai trattamenti usuali- fa sapere l'esperto- in realta' non hanno una guarigione in senso classico, ovvero di ritorno alle condizioni precedenti. Hanno comunque alcuni sintomi che limitano una vita soddisfacente e dei rapporti interpersonali adeguati". Dal primo antipsicotico utilizzato dalla fine degli anni cinquanta fino ad oggi "la ricerca ha fatto tuttavia passi in avanti, in particolare quella farmacologica: "Studia nuovi farmaci e molecole- aggiunge Rossi- e per fortuna anche qui abbiamo delle novita'. Negli ultimi 2-3 anni c'e' un nuovo gruppo di farmaci che si candida a migliorare il gia' buon risultato ottenuto con i farmaci classici, mai del tutto scevri da effetti collaterali. Poter migliorare il profilo degli effetti collaterali renderebbe la cura piu' accettabile dalle persone e dalle famiglie- conclude il presidente Sopsi- e quindi migliorerebbe la prognosi di questi pazienti".
(Red/ Dire)