Roma, 18 feb. - Nel 2019 sono stati rilevati 490 casi di cyberbullismo in Italia, 50 dei quali riguardavano bambini sotto i 9 anni. Il dato e' stato fornito dal ministro per l'Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, intervenuta in Universita' Cattolica alla giornata internazionale 'Together for a better internet' sul rapporto tra bambini, adolescenti e il digitale, in occasione del Safer Internet Day. "Noi non siamo nativi digitali, siamo nativi umani"- evidenzia Pisano- "dobbiamo interrogarci perche' si tratta di un fenomeno che riguarda tutti, indipendentemente dall'estrazione sociale". A detta del ministro occorre "aumentare il pensiero critico" e soprattutto "proteggere piu' che vietare".
A tal proposito, Pisano ricorda come il suo ministero abbia istituito un gruppo di lavoro "insieme al dipartimento per l'Editoria, al ministro della Giustizia, al ministro della Famiglia", per iniziare "a studiare il fenomeno dell'odio online e riuscire a immaginare possibili soluzioni e suggerimenti".
Anche la conclusione dell'intervento di Pisano e' un monito: "Gli strumenti digitali non imparano dai sogni della societa' ma dalla realta'", evidenzia il ministro. In particolare durante l'incontro, promosso dal dipartimento di psicologia dell'Universita' Cattolica insieme a Telefono Azzurro, e' stato posto al centro l'impatto dell'uso delle nuove tecnologie sulla vita delle persone. Come ricorda il docente di Psicologia della comunicazione in Universita' Cattolica e organizzatore del convegno, Giuseppe Riva, "le aree del cervello che governano il linguaggio del bambino sono quelle piu' colpite a causa di un eccessivo uso delle tecnologie", e "quello che vediamo anche nelle scuole italiane e' un aumento di tutte le forme di disturbo del linguaggio. Sappiamo- specifica- che la dislessia negli ultimi anni ha avuto un vero e proprio boom e probabilmente questo e' legato all'uso delle tecnologie". Riva fa presente come "recenti studi americani dicano che fra i due e i tre anni, eta' critica nello sviluppo del bambino, i piu' piccoli stanno dalle 15 alle 17 ore settimanali davanti allo schermo e questo tipicamente succede nelle famiglie che non hanno un reddito sufficiente per mandare il bambino all'asilo nido". Ecco perche' "come Universita' Cattolica vorremo cercare di vedere, attraverso uno studio che faremo con colleghi americani, se effettivamente questi disturbi si verificano anche nei bambini italiani".
"È importante insegnare ai piu' giovani l'uso degli strumenti digitali per difenderli dai rischi - ha aggiunto il rettore Franco Anelli- ma anche per difenderli dalla possibile deriva di diventare essi stessi tramite di condotte riprovevoli verso gli altri". Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, ha insistito sul tema della sessualita': "In rete oggi ci sono 100 milioni di immagini pedopornografiche, veri e propri atti criminali compiuti su bambini, che poi restano in rete e girano in vari canali. È faticoso convincere le aziende che producono tecnologia a controllare le immagini e a mettere filtri ma e' necessaria una continua sinergia anche con la Polizia di Stato per arginare il problema".
(Red/ Dire)