Roma, 4 feb. - Lotta allo stigma, cambiamento della percezione sociale della malattia mentale e innovazione nell'ambito della riabilitazione e dell'inclusione sociale. Sono questi gli importanti risultati ottenuti dall'incontro tra teatro e salute mentale, che si declina non solo con la messa in scena di uno spettacolo, ma anche con lo sviluppo di nuove pratiche pedagogiche. È su questa consapevolezza che e' stata strutturata la riflessione dell'incontro "Il teatro diffuso. Esperienze di teatro nella salute mentale in Italia", la due giorni organizzata a Bologna dalla Regione Emilia-Romagna. L'obiettivo? Lavorare su una rete nazionale dei teatri della salute mentale e confrontarsi sui molteplici aspetti che caratterizzano un panorama di realta' teatrali cosi' composito.
"Oggi le nostre comunita' hanno un problema di salute mentale: le persone hanno sempre meno consapevolezza e si sta indebolendo il senso identitario e di appartenenza- afferma Angelo Fioritti, direttore del Dipartimento salute mentale e dipendenze patologiche dell'Ausl di Bologna-. Questi sembrano temi lontani dalla salute mentale, ma non lo sono. E allora il teatro deve essere riconosciuto come fondamentale strumento per fare cultura e contribuire in modo significativo alla vita delle nostre comunita', migliorando la salute mentale di tutti".
All'evento hanno partecipato circa 80 operatori provenienti da tutta Italia, dal Trentino alla Puglia, dal Friuli alla Sardegna: attori e registi si sono confrontati con psicologi, educatori, operatori sociali e sanitari, per pensare insieme alle idee da mettere in pratica per costruire una rete nazionale dei teatri della salute mentale. Tante le sfide da affrontare: come uscire dal cosiddetto "sottobosco culturale" e rendersi piu' visibili? Come mappare tutte le realta' che operano in Italia? E se e' vero che tecnica + follia = arte, come diceva l'attore e regista Claudio Misculin, come pensare a una formazione specifica per questi temi? Dal lavoro dei gruppi sono uscite varie proposte: innanzitutto la nascita di un Coordinamento nazionale delle realta' regionali, e poi un Festival nazionale dei teatri della salute mentale, un grande evento che una volta l'anno punti l'attenzione su questo tema.
"Non c'e' salute senza salute mentale, e in questo senso il teatro svolge un ruolo fondamentale come terapia, strumento di socializzazione ed educazione, aumentando il benessere dei pazienti e di tutta la comunita'", afferma Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, che e' intervenuta in diretta da Roma. Secondo gli ultimi dati del Ministero, nel 2017 oltre 330 mila persone si sono rivolte a servizi di salute mentale, di cui il 67% ha piu' di 45 anni. Le strutture hanno erogato circa 11.500 prestazioni, per un totale di oltre 1 milione di giornate di degenza.
"Il vero tema e' dare continuita' a queste esperienze di teatro della salute mentale e far si' che siano indipendenti dalla politica - conclude Massimo Marino, saggista e critico teatrale -. Prima di venerdi' ci aspettiamo che Salvini suoni a qualche condominio e chieda: 'Scusi, ma lei e' matto? Ho qui la camicia di forza'. È questa la barbarie a cui stiamo andando incontro. E se domenica dovesse vincere una certa parte politica, le esperienze di teatro della salute mentale che si sono costituite in questi anni devono riuscire ad andare avanti in autonomia".
(Red/ Dire)