Cellule di derivazione umana in animali, Francia discute legge
ferrero (unito): questione complessa, finalita' studio nuove terapie
Roma, 4 feb. - "In estrema sintesi cio' che viene proposto e' utilizzare una cellula della nostra cute, grazie a tecniche di laboratorio ricostituirne le caratteristiche di cellula pluripotente (ovvero le caratteristiche delle cellule nelle prime fasi dello sviluppo embrionale, ndr), e inserirla in un organismo animale, per esempio un embrione di topo, per studiarne le caratteristiche.
Questo e' un processo che puo' essere molto utile per comprendere come le cellule umane si specializzano progressivamente da pluripotenti a cellule specializzate". Descrive cosi' come si sviluppa una 'chimera' tutta francese Giovanni Battista Ferrero, professore di Pediatria dell'Universita' di Torino (Unito).
Il processo ipotizzato dal professore, infatti, e' il medesimo espresso nell'articolo 17 della nuova legge sulla bioetica, al vaglio del Senato francese. Secondo l'articolo rimane vietata la creazione di embrioni chimerici con "la modifica di un embrione umano mediante l'aggiunta di cellule di altre specie", cosi' come "la modifica di un embrione animale mediante l'aggiunta di cellule staminali embrionali umane". Ad aprirsi e' la possibilita' di aggiungere cellule staminali pluripotenti indotte di origine umana (dette IPS) a degli embrioni animali con l'obiettivo di "modificarli", riporta il testo di legge.
Cio' che accade, per semplificare, e' che una cellula "da specializzata- spiega Ferrero- viene fatta tornare ad essere pluripotente, con caratteristiche sovrapponibili a quelle da cui derivano i tessuti". Si tratta in sostanza, secondo l'esperto, di "una cellula precoce" ben diversa da un "ovulo fecondato".
Risultati alla mano, pero', sono "sempre embrioni chimerici", perche' si prevede che "gli animali ospitino cellule di derivazione umana" che siano del tessuto osseo, muscolare o della pelle. La frontiera scientifica contenuta nell'articolo 17 della nuova legge "eticamente e' molto complessa e delicata come questione- ribadisce il pediatra - Il nodo fondamentale che emerge dal documento, e colpisce, e' infatti l'utilizzo di embrioni umani - non piu' utilizzati per la riproduzione - che possono essere studiati per la ricerca come strumento di laboratorio. "Questo e' il punto chiave", rimarca Ferrero.
Da comprendere rimangono i risvolti in termini di risultati. "Ci possono essere molte finalita': dalla comprensione dei meccanismi alla base dello sviluppo umano, allo studio dello sviluppo dei tessuti in medicina rigenerativa". La materia impone senza dubbio approfondite discussioni di ampio respiro all'interno della comunita' scientifica, ma "se si tratta di utilizzare cellule IPS, questo certamente non implica la distruzione dell'embrione umano". Se, invece, la ricerca prevedesse anche questa possibilita', allora gli scenari etici si complicherebbero ulteriormente. "Questa ipotesi aprirebbe questioni molto piu' complesse sulle quali la comunita' scientifica e' divisa" evidenzia lo studioso. Ugualmente, pero', con il 'neo' articolo 17 previsto dalla legge francese "rimane il fatto che un topo possa crescere e svilupparsi "ospitando" cellule umane pluripotenti - conclude Ferrero - anche se parallelamente da tempo vengono sviluppati topi chimerici in cui vengono trapiantate cellule umane di varia origine, in particolare da tumori, per studiarne i meccanismi biologici e nuove terapie".
Le cellule IPS al livello scientifico rimangono una scoperta rivoluzionaria, tanto che Shinya Yamanaka, padre del nuovo metodo per riprogrammare cellule specializzate adulte in cellule staminali pluripotenti indotte, vincera' nel 2012, sei anni dopo la sua scoperta, il premio Nobel per la medicina e la fisiologia.
Siamo passati da una mitologia in cui figurava Echidna, essere meta' uomo e meta' serpente, insieme ai suoi figli Cerbero e il leone Nemeo (chimere anch'esse), all'adozione nel linguaggio comune del termine 'chimera' per identificare un'utopia, un'idea senza fondamento, un sogno vano. Il 2020 riserva adesso delle sorprese e si apre con scenari nuovi e sconosciuti, che rendono la chimera non piu' una strana fantasticheria ma una realta' quasi fattiva. Un essere "le cui cellule- definisce Treccani- derivano da due diverse specie, unite accidentalmente o sperimentalmente".
(Red/ Dire)
|