(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 15 dic. - Nella Divina Commedia la matematica, soprattutto nel Paradiso, ha un ruolo determinante. "Al di la' della semplice numerologia, la matematica nell'opera di Dante non e' solo numero ma conoscenza matematica. Quando necessita di similitudini e metafore, il sommo poeta va a prenderle proprio nel mondo scientifico. E tutto quello che riporta e' frutto di una profonda conoscenza scientifica che lui vuole condividere, con un ruolo che oggi definiremmo da 'divulgatore scientifico'". Ad approfondire la funzione della matematica, nel suo complesso, oltre la numerologia, nella Divina Commedia e' Francesca Incensi, docente a contratto presso il dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell'Alma Mater Studiorum Universita' di Bologna (Unibo), tra i relatori del convegno 'Dante e Jung, una relazione a distanza" in programma il prossimo anno.
"La metafora che piu' mi colpisce- spiega Incensi- e' quella contenuta nel 33esimo canto del Paradiso, nel quale Dante deve cercare di far comprendere il mistero dell'incarnazione e usa come similitudine il problema della quadratura del cerchio. Un problema classico, noto fin dall'antica Grecia, facile da esprimere e da capire (chiede di trovare un quadrato che abbia la stessa area di un cerchio)- prosegue la docente di matematica- ma con i metodi risolutivi dell'epoca e' un problema che non ha soluzione. Allo stesso modo, la mente umana non ha la capacita' di afferrare fino in fondo il mistero dell'incarnazione. E questo e' bellissimo- esclama- poter accostare due cose cosi' diverse, perche' la matematica permette paragoni sorprendenti".
La maggior parte delle similitudini matematiche, precisa Incensi, "sono presenti nel Paradiso, il che ci fa pensare che Dante la consideri una disciplina alta che ben si presta a fornire questi esempi. L'attenzione del sommo poeta a questa disciplina e' per lui naturale, proviene dalla sua formazione e dal suo essere un personaggio a tutto tondo, concentrato non solo nel far rime ma anche in una visione molto piu' ampia e anche scientifica del mondo stesso".
I numeri hanno una enorme importanza pure nella psicanalisi junghiana, come chiarisce Angelo Malinconico, psichiatra e professore di Psichiatria presso l'Universita' Cattolica del Sacro Cuore. In Jung, spiega, "il numero non e' solo uno strumento intellettuale escogitato per descrivere gli aspetti quantitativi delle cose. È anche un archetipo, forse il piu' immateriale, essenziale, assoluto degli archetipi. È l'archetipo dell'ordine che penetra nella realta', organizza il caos, induce alla riflessione su entropia, sintropia e armonia, ma struttura anche le relazioni".
Lo psichiatra rimanda in particolare al ruolo determinante del numero nella clinica junghiana, "in particolar modo- sottolinea- in quella che fa ricorso al gioco della sabbia. È soprattutto li' che, a partire dalla serie di Fibonacci e quindi dalla sezione aurea, si assiste alle piu' fertili contaminazioni tra ermeneutico e archetipico", conclude Malinconico.
(Wel/ Dire)