appello ordine: serve riprogettare vita, non solo proteggere
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 1 dic. - La commissione Pari Opportunita' dell'Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Regione Emilia-Romagna scrive alle donne per incoraggiarle ad uscire dal silenzio e denunciare gli episodi di violenza domestica perche' loro "ci sono". L'appello degli psicologi arriva alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Questo 25 novembre infatti "non sara' uguale a quello degli anni passati. Il 2020 passera' alla storia non soltanto come anno della pandemia ma anche come momento storico di protezione delle donne che, grazie ad una rete regionale e nazionale antiviolenza, hanno intrapreso un cammino di denuncia". Da marzo a giugno 2020 in Emilia-Romagna, secondo quanto riferito dall'Istat, il numero antiviolenza 1522 ha registrato oltre 800 richieste di aiuto, protezione o consulenza da parte delle donne, per denunciare atti di violenza o stalking. E a livello nazionale, nel 2020 le telefonate al 1522 sono cresciute del 73%. Il 30,7% di queste sono state per chiedere aiuto per violenza e per stalking. Una su due, sempre stando ai dati Istat, teme per la propria incolumita'. "Questa giornata- spiega la coordinatrice della commissione Pari opportunita' dell'Ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna, Carmelina Fierro- necessita di un'attenzione particolare e specialistica perche' legata all'identita' di ciascuna persona e nello specifico dei soggetti coinvolti in una dinamica di violenza che attualmente si manifesta soprattutto nei confronti della donna".
Per l'Ordine degli psicologici dell'Emilia-Romagna pero' a chi subisce violenza non serve solo garantire "protezione ma anche riprogettazione. La vittima di violenza, danneggiata nella sua integrita' personale, necessita di un intervento psicologico mirato che l'accompagni e l'aiuti a riconoscersi ed essere riconosciuta con le proprie caratteristiche, limiti e pregi".
Intanto, a Piacenza nasce la campagna social #rispettoSOStantivomaschile. "Perche' il rispetto sia un sostantivo maschile non solo dal punto di vista grammaticale, ma si affermi anche nella vita, come un concetto che riguarda in primo luogo gli uomini", spiega l'assessora comunale alle Pari opportunita' Federica Sgorbati. "Se e' soprattutto al genere maschile, oggi, che ho voluto indirizzare queste poche righe, a noi donne vorrei ricordare di non cedere mai alla rassegnazione, di non pensare mai che uno schiaffo possa essere motivato, di non scegliere mai il silenzio di fronte all'abuso. Amiamo noi stesse, anche quando la stanchezza e la disillusione si fanno sentire, perche' abbiamo valigie di potenzialita' da esprimere e sogni da realizzare", conclude Sgorbati.
(Wel/ Dire)