Dazzi (Ausl Bologna): Telefono e video, avanti cosi' per mesi
(DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 14 apr. - Dopo ormai diverse settimane di permanenza in casa, a causa del coronavirus, tra i bambini seguiti dalla Neuropsichiatria infantile dell'Ausl di Bologna "alcune situazioni di disagio adesso cominciano a scoppiare". Lo segnala il dirigente medico Livia Dazzi, partecipando a una commissione del Consiglio comunale.
Tenendo conto delle limitazioni in vigore, "siamo presenti negli ambulatori e abbiamo mantenuto anche il numero di telefono per le prime visite", spiega Dazzi, ma in modalita' tradizionale vengono affrontate solo "le situazioni urgenti e indifferibili". Quindi "anche noi ci siamo attrezzati per contattare tutte o comunque molte delle famiglie che abbiamo in carico attraverso il telefono e le videochiamate", continua Dazzi: insomma "alcuni trattamenti piu' urgenti vengono mantenuti, da parte delle fisioterapiste ad esempio, mentre con altri ci siamo attrezzati con i video". Lo stesso vale per gli interventi educativi. E il bilancio sembra positivo, riferisce la dirigente dell'Ausl: mantenendo i contatti anche a distanza "vediamo che le famiglie appaiono sollevate e secondo noi e' una buona risposta". Nel frattempo, "abbiamo mandato una lettera a tutte le direzioni didattiche per dire che ci stavamo attrezzando e che siamo disponibili a organizzare gruppi operativi e momenti di confronto con gli insegnanti. Anche perche'- sottolinea Dazzi- pensiamo che questa situazione andra' avanti per molti mesi, non so neanche se a settembre o ottobre riusciremo a fare, come prima, un gruppo operativo con dieci persone in una stanza".
Detto cio', "anche noi abbiamo delle difficolta' tecniche, non e' che possiamo attrezzarci in 15 giorni", segnala Dazzi: alcuni operatori hanno "mezzi obsoleti, non tutti i computer reggono la piattaforme che abbiamo proposto e non tutti hanno la webcam". Da questo punto di vista, quanto meno l'emergenza "puo' essere un'occasione per attrezzarci sempre meglio", afferma il medico dell'Ausl.
In questo contesto, la situazione non e' omogenea: "Ci troviamo di fronte a famiglie attrezzate e in grado di seguire un'indicazione a distanza e a famiglie che, per vari motivi, sono molto piu' in difficolta'. E poi anche le disabilita' sono di tipo diverso". In base all'osservatorio della Neuropsichiatria, comunque, "mi sembra che in cosi' poco tempo si stia facendo molto da parte di tutte le istituzioni". Certo, "si stanno cominciando ad avere ragazzini in difficolta' chiusi in casa, sicuramente il contesto non aiuta", segnala Dazzi: se finora "non ci sono state riportate troppe difficolta'", adesso "alcune situazioni di disagio cominciano a scoppiare. Il disagio comincia ad aumentare".
(Wel/ Dire)