Da Russiagate a Cambridge Analytica, "apparati al lavoro regressione umanita'"
Roma, 29 ott.- Cambiamento sociale, aumento dello stress negativo e quindi della violenza. Sono questi i pilastri di una barbarie che sta dilagando sempre di piu' nella comunita' internazionale. Si puo' contenere la diffusione della violenza? Per Francesco Bottaccioli, presidente onorario della Societa' italiana di psiconeuroendocrinoimmunologia (Sipnei), la risposta e' nella Psicologia, perche' "si occupa proprio dei rapporti sociali, e se i rapporti sono improntati alla violenza, al dominio e alla sopraffazione, a dominare e' la malattia mentale. Se non riusciamo a contenere le brutalita', torneremo indietro".
La nozione stessa di cambiamento, infatti, "richiama Hans Selye- spiega lo psicologo- tra i piu' importanti studiosi dello stress". Per Selye lo stress "e' una crisi dalla doppia faccia: positiva, quando c'e' un cambiamento possibile in avanti, e negativa, quando invece parliamo di un ritorno indietro", una regressione.
La diffusione della violenza nella societa' e' quindi uno stress negativo. "Sta divenendo un problema gravissimo e non diminuira' se le istituzioni e gli operatori non proporranno iniziative e alternative al problema", continua Bottaccioli.
L'odio e la violenza possono contaminare "scuola, famiglie, tecnologie e social media". Lo psicologo pone allora l'accento sul dilagante fenomeno dell'odio online (hate speech, ndr) e puntualizza che "l'odiatore online e' una persona che si sente protetta, che si muove nell'ambito dell'anonimato". Al sicuro perche' sfrutta e gode di "due vuoti, quello legislativo e quello culturale, che gli assicurano - perlomeno finora - di rimanere impunito".
Al fianco della dimensione individuale che fomenta l'odio online, secondo Bottaccioli, c'e' pero' qualcosa di piu' che alimenta 'la violenza 3.0': "Fattori extra-individuali, apparati aventi fini politici che portano avanti queste attivita'". Lo specialista si riferisce "alle strutture che hanno fatto un utilizzo spregiudicato delle tecnologie, intervenendo, ad esempio, nella campagna elettorale statunitense (Cambridge Analytica, ndr). La stessa cosa accade in Italia- continua- ci sono enti che lavorano al servizio di forze politiche che sistematicamente hanno come obiettivo l'individuazione di un bersaglio politico attraverso una comunicazione veicolata, che immediatamente scivola verso l'insulto o la violenza personale".
La politica, che "oltre alla gestione del potere dovrebbe avere una funzione pedagogica nella costruzione di azioni collettive mirate all'elevazione della cultura umana", si riduce cosi' a "non veicolare messaggi politici, ideologici, ideali o di confronto tra opinioni e scelte tra programmi diversi". Si presta "ai messaggi di odio, di distruzione, svalutazione e disumanizzazione dell'avversario". E alla deumanizzazione dei gruppi sociali individuati come 'bersagli' bisogna sempre prestare attenzione. L'origine storica di questo fenomeno "e' ben documentata, e' nella Germania nazista dove si opero' una strategia volta a disumanizzare l'avversario per giustificarne il massacro. Posso eliminarlo perche' non e' come me, non e' un essere umano ma un'altra cosa". Un tipo di disprezzo, ricorda Bottaccioli, che e' stato applicato anche "verso Gad Lerner durante una manifestazione politica".
Ma non si tratta solo dell'Italia. "Come dimostrano e riportano diverse inchieste giornalistiche (Russiagate, ndr), infatti, ci sono apparati che su scala internazionale stanno lavorando alla regressione culturale dell'umanita'. Non si parla di schieramenti politici, di essere di destra, di sinistra o di centro, ma- conclude Bottaccioli- di decidere tra la barbarie e il progresso".
(Wel/ Dire)