La psicologa: Non dare tutta questa responsabilita' a un solo gioco
Roma, 1 ott. - Non sono piu' i tempi per chi cerca ancora una Barbie bionda e scolpita, con fisico snello e misure da pin up, cosi' come e' nata, in casa Mattel, nel 1959. Lo stereotipo della bellezza perfetta non va piu'.
Le cose erano gia' cambiate nel 2016 con il lancio della Barbie quasi 'curvy' e di quelle mulatte: 4 tipi di silhouette, 7 tonalita' di carnagione, 22 colori degli occhi e 24 diverse acconciature. Modelli diversi di bellezza nei quali tutte le bambine potessero riconoscersi. Ora un'altra novita': la Barbie in sedia a rotelle e quella amputata con protesi. Basta andare in qualsiasi portale di vendita online e cercare 'Barbie Fashionistas' per comprare a meno di venti euro la bambola "dell'inclusione" con tanto di accessori al seguito.
Il filo conduttore resta sempre la bellezza. Come bella e' la modella e influencer Paola Antonini che a 21 anni ha perso in un'incidente una gamba ed e' diventata l'ispiratrice di una Barbie che le assomigliasse.
Giusy Versace ha apprezzato la novita', Zanardi si e' domandato "se non staremo esagerando". I bambini con disabilita' potranno finalmente riconoscersi in questi nuovi modelli e non vedersi esclusi. Secondo Laura Coccia, responsabile delle politiche sociali dell'Associazione europea dei giovani, atleta con disabilita': "E' un progetto bellissimo- ha detto alla Dire- ed e' molto importante che la Mattel abbia deciso di proporre una Barbie con disabilita': educando i bambini si puo' costruire una societa' senza stereotipi e pregiudizi. Troppo spesso, infatti, sono gli adulti a inculcare la paura della diversita' nei bambini quando alla loro ingenua domanda 'perche' quello/a non cammina?' rispondono con un imbarazzato 'Zitto! Non si chiede'. La Barbie giochera' come le altre bambole, abituando i bambini che la disabilita' e' una delle possibilita' della vita, i bambini impareranno a guardare oltre le apparenze e magari servira' ad insegnare qualcosa anche a mamma e papa'".
Quanto al valore educativo del gioco e all'impatto che questo nuovo modello di bambola potra' avere sulla fantasia dei bambini, anche di quelli disabili che magari nella Barbie senza disabilita' potrebbero immaginarsi diversi, abbiamo sentito la psicoterapeuta dell'eta' evolutiva Laura Sartori dell'Istituto di Ortofonologia, che ha invitato a "non dare tutta questa responsabilita' a un solo gioco. Come in tutte le proposte ludiche- ha detto la psicoterapeuta- credo ci sia una responsabilita' fondamentale degli adulti. Le loro scelte pedagogiche contribuiscono ad indirizzare le idee e nel caso di un minore diversamente abile a rapportarsi con le sue caratteristiche, accettandole senza amplificare ne' frustrazioni, ne' illusioni". La nuova Barbie quindi non fara' miracoli, ma certamente "fornire ai bambini giochi diversi e' una possibilita'- ha aggiunto- anche se la differenza la fa sempre il modo in cui li utilizziamo e come vengono veicolati. Sappiamo che lo sguardo pulito e delicato dei bambini- ha concluso- riesce ad andare oltre, e spesso non si sofferma sulla 'diversita''".
(Wel/ Dire)