Palmieri: Andare oltre per analisi sistema e numeri sottrazione
Roma, 12 nov. - "I 500.000 bambini affidati ai servizi sociali non abitano tutti a Bibbiano. Bibbiano rappresenta un simbolo, che ha segnato l'inizio della conoscenza di un fenomeno presente in tutta Italia. Adesso dobbiamo andare oltre questo fenomeno mediatico per analizzare il sistema, i fatti, i numeri che girano intorno alla sottrazione dei minori in Italia". Parla alla Dire Vincenza Palmieri, presidente dell'Istituto nazionale di pedagogia familiare (Inpef), che a Roma ha promosso il convego 'Oltre Bibbiano: il Sistema che attraversa l'Italia e le Famiglie - Le Riforme possibili'.
"Non ci sono dati noti sul numero di strutture, soprattutto sui ragazzi nelle case ad alto contenimento. Non riusciamo neanche a sapere quante siano in Italia le strutture ad alto contenimento- rivela Palmieri- si chiamano strutture per ragazzi con disabilita' psichiche, ma in effetti rappresentano davvero una maglia nerissima nell'intero sistema".
I minori fuori famiglia in Italia "sono 50mila in questo momento, tra quelli in affido etero familiare e quelli ospitati nelle case famiglia. Gli altri minori- chiarisce Palmieri- sono comunque affidati al servizio sociale per molteplici ragioni su cui riflettiamo oggi. Non possiamo non conoscere chi e' impegnato in questo tipo di attivita', quali siano i progetti che si fanno, soprattutto quali siano i finanziamenti e come questi siano anche all'interno di un potere economico e politico che necessariamente lo gestisce".
Gli allontanamenti sono sempre "ingiusti" secondo la presidente dell'Inpef. "Un problema di carattere familiare che avrebbe bisogno di un apporto educativo, della mediazione o del coordinamento genitoriale, finisce con l'essere trattato con un punto di vista sanitario. Chiediamo non un approccio patologico ma pedagogico", afferma la psicologa. Passando all'alienazione genitoriale, Palmieri aggiunge: "Altro non e' che un figlio che non desidera avere rapporti con l'altro genitore. Non e' ascrivibile in nessuna patologia e non lo puo' essere, anche se viene trattata in questo modo. Se noi obblighiamo i bambini ad incontrare con la forza un genitore che in quel momento non vogliono vedere, stiamo creando l'effetto opposto. È come quando forziamo qualcuno a fare qualcosa che non vuole fare, otteniamo un conflitto maggiore e un allontanamento ancora piu' resistente verso l'altra figura genitoriale. La Comunita' europea e molti organismi che si occupano di diritti umani non riconoscono piu' l'alienazione genitoriale proprio perche' e' stata utilizzata male, a scapito delle famiglie, soprattutto a scapito dei minori- prosegue l'esperta- e non hanno risolto quel rifiuto che volevano risolvere. Non c'e' niente di scientifico e non c'e' niente di utile".
Davanti a un genitore violento la presidente Inpef chiarisce che "il minore dovra' essere allontanato se ci sara' un problema di salute e di sicurezza, ma dobbiamo garantire sempre il contraddittorio- conclude- per essere veramente sicuri di quello che accade, anche quando si tratta di violenza".
(Wel/ Dire)