Il 22 marzo il Venerdi' culturale IdO su sacrificio e processo individuativo
Roma, 19 mar. - "La maggior parte della nostra vita si sviluppa nell'assoluta inconsapevolezza dei meccanismi profondi che orientano le nostre scelte. Non e' facile modulare le nostre decisioni: esse spesso si presentano condizionate da un'ignota spinta coercitiva che piega la volonta' del soggetto, frenando desideri, bisogni, creativita'. Quando le richieste dell'ambiente sociale sono eccessive, l'adattamento che ne consegue richiede la rinuncia alle parti significative di se'. Il risultato psicologico puo' essere devastante e nel migliore dei casi l'individuo sopravvive, ma non vive. Si innesta la sofferenza nevrotica, che accende il sintomo, espressione delle parti da noi sacrificate". Terra' un relazione 'Sul sacrificio. Riflessioni cliniche', Riccardo Mondo, psicologo analista e socio fondatore dell'Impa (Istituto mediterraneo di psicologia archetipica), il 22 marzo a 'I Venerdi' culturali dell'IdO', a Roma in Corso d'Italia 38 alle ore 21, nella sede della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Psicodinamica dell'Eta' Evolutiva dell'Istituto di Ortofonologia.
Sul tema si sviluppera' una tavola rotonda con Magda Di Renzo, direttrice della Scuola. L'ingresso e' libero.
"Nel tempo i pezzi amputati ritorneranno a galla nella nostra psiche, li vedremo inspiegabilmente abitare i nostri pensieri o sopraffare i nostri comportamenti abituali. Emozioni oscure per ospiti indesiderati che chiedono una nuova collocazione. Che farne? In alcuni casi sara' necessario riesumare scelte relegate nell'oblio- spiega Mondo- ponendoci nuovi interrogativi".
Si rivedranno "amicizie e amori scomodi, esiliati, abbandonati, immolati a un progetto conveniente, a un valore sociale, a opportunita' economiche. Il destino e i desideri dei figli sacrificati alla legge superiore della famiglia- continua l'analista- quanti sacrifici edipici hanno segnato le lunghe catene generazionali. La genia edipica e' una genia maledetta, fondata su sacrifici turpi di vittime innocenti. Eppure il sacrificio ha anche il volto delle conquiste e dei progressi personali e sociali, il volto nobile del dono all'Altro. Tutta la bellezza che ci circonda, tutto l'edificio della cultura e della conoscenza umana nasce dall'abbandono di una comfort zone esistenziale. Questo nobile aspetto del sacrificio- sottolinea lo psicoterapeuta- esige la rinuncia ai piu' immediati piaceri esistenziali per raggiungerne altri, piu' nobili e piu' edificanti. Il sacrificio come dono, come restituzione valoriale al collettivo, e' per Jung un elemento centrale del processo di individuazione che lo distingue dal mero individualismo".
Nella psicologia analitica la comprensione dell'esperienza sacrificale, nel suo rapporto con il processo individuativo, e' fondamentale nella relazione terapeutica. "In analisi emergono i sacrifici che hanno segnato la nostra vita- aggiunge Mondo- si evidenziano le strutture che condizionano il nostro quotidiano. Con la riscoperta della complessita' inconscia, implicita nell'azione, avranno spazio per manifestarsi le forze avverse che hanno pregiudicato ogni singola scelta. L'individuo puo' cosi' rendersi consapevole del peso dell'azione sacrificale, di quanto essa orienti la direzione della nostra vita. L'esito di ogni revisione non e' scontato, ma la conoscenza acquisita porta a nuovi modi di intendere le cose. Il coraggio di questa revisione e' necessario- conclude il socio fondatore dell'Impa- per restituire maggiore liberta' al nostro agire, portando quantomeno a una serena accettazione di scelte dolorose".
(Wel/ Dire)