"Ci costituiremo parte civile se indagini porteranno a rinvii a giudizio"
Roma, 9 lug. - "La nostra comunita' professionale e' profondamente scossa da quanto e' emerso sui media circa l'indagine in corso nella provincia di Reggio Emilia che vedrebbe indagati colleghi psicologi, psicoterapeuti, operatori socio-sanitari e amministratori pubblici. Non si conoscono ancora i dettagli di questa vicenda, ma le notizie trasmesse dai media fanno trapelare fatti che appaiono di gravita' sconcertante e che, se confermati, farebbero emergere condotte gravissime e del tutto incompatibili con l'etica degli psicologi e con il nostro codice deontologico, le cui norme hanno l'obiettivo di offrire le massime al garanzie all'utenza". Lo scrive l'Ordine degli psicologi dell'Emilia Romagna in merito all'inchiesta 'Angeli e Demoni' a Reggio Emilia.
"Il campo della tutela della salute famigliare e della protezione dell'infanzia e della adolescenza e' un campo delicatissimo che non puo' essere trasformato in un'occasione per trarre profitti illeciti. Fermo restando che bisogna stare attenti a non fare di tutte le erbe un fascio- precisano gli psicologi dell'Emilia Romagna- e distinguere cattive prassi da buoni interventi. L'affido familiare e' un istituto giuridico utile, talvolta strumento elettivo, per preservare il benessere dei bambini, per proteggerli da situazioni di pericolo, violenza e abuso. In moltissimi casi e' l'unica risposta riparativa possibile alla sofferenza di tanti minori, il cui progetto coinvolge tanti nostri colleghi che svolgono con coscienza, competenza e dedizione valutazioni, consulenze, supporto psicologico e psicoterapia. Comunichiamo che come Consiglio dell'Ordine degli psicologi dell'Emilia-Romagna non mancheremo di procedere in via disciplinare nei confronti dei colleghi coinvolti nonche', qualora le indagini in corso esitino in rinvii a giudizio, di costituirci parte civile".
I presidenti e i consiglieri degli Ordini regionali e provinciali degli psicologi da sempre avvertono la massima responsabilita' e profondono il proprio impegno soprattutto nei riguardi delle persone piu' deboli e fragili. "È quindi necessario distinguere tra cattive condotte e buone prassi che hanno come scopo la tutela della salute psicofisica delle persone. Per noi psicologi, professionisti sanitari, operare nell'ambito della tutela delle persone di minore eta' significa proteggere e promuovere il diritto alla salute di bambini e adolescenti- si legge nel comunicato- al fine di preservarne le potenzialita' e favorire le condizioni necessarie al loro miglior sviluppo.
L'ascolto psicologico specialistico, come primo intervento di protezione, e' fondamentale per la comprensione dei bisogni profondi, premettendo l'interesse del minore all'interesse degli adulti. Diritti dei minori e doveri degli adulti in questo caso non vanno posti in antitesi: nelle persone in eta' evolutiva, devono essere tutelati i 'diritti relazionali'. Il diritto di ogni bambino di essere allevato nell'ambito della sua famiglia di origine corrisponde al diritto del genitore di essere in grado o di essere messo nelle condizioni di assolvere ai suoi doveri fondamentali nei riguardi dei figli. Garantire, percio', i diritti dei minori - in quanto figli - significa promuovere, sostenere, affiancare le funzioni genitoriali e mettere in atto, quando possibile, tutti gli interventi necessari per superare le problematiche (interne ed esterne) che rendono disfunzionale una famiglia". Lo psicologo che opera nell'ambito dell'eta' evolutiva "puo' venire a contatto con situazioni di maltrattamento in cui vi sono forme di violenza diretta o indiretta a opera di adulti, in particolare di quelli che dovrebbero avere compiti di protezione e cura, i genitori. Ogni forma di violenza, specialmente se sperimentata precocemente e ripetutamente nelle relazioni primarie di cura - cioe' con le persone che dovrebbero garantire sicurezza, affidabilita', stabilita', contenimento affettivo ed emotivo - in carenza o assenza di fattori protettivi nel bambino, produce traumi psichici/interpersonali, che possono esitare in condizioni psicopatologiche gravi se non intercettate. È quindi fondamentale intervenire precocemente per evitare che il danno e le sue conseguenze si strutturino. Ascoltare il minore d'eta' maltrattato per comprendere cosa c'e' dietro ai suoi silenzi, alle sue paure e far emergere elementi che aiutino a capire in modo oggettivo se c'e' vittimizzazione e' un lavoro tecnicamente molto complesso che implica formazione specifica- ricordano gli psicologi dell'Emilia Romagna- condivisione con altri professionisti della tutela. Operare nel campo della protezione del minore, infatti, richiede competenze professionali adeguate alla valutazione del caso e all'individuazione di strategie e modalita' operative efficaci nei confronti sia dei minori che delle loro famiglie. Quando, a seguito di un percorso di valutazione specialistica, effettuato non solo dallo psicologo, si evidenziano situazioni di estrema gravita' a elevato rischio psicofisico per bambini e adolescenti, l'allontanamento dalla famiglia biologica rappresenta una misura di protezione indispensabile. Misura che viene comunque valutata e messa in atto- concludono- dall'autorita' giudiziaria".
(Wel/ Dire)