La psicologa: Fattore rischio maggiore rispetto a separazione
Roma, 4 giu. - Dove e' andato papa'? Tornera' questa volta? Dov'e' la mamma? Quando tornera'? Durante i mesi o gli anni che precedono una separazione familiare, nello scatenarsi dei conflitti interparentali, sono queste le domande che attanagliano la mente dei bambini. Diversi i segnali del disagio portati alla luce dalla psicologa Chiara Lamuraglia, alla prima giornata del 75esimo congresso italiano di Pediatria a Bologna.
La crisi familiare, infatti, e' argomento sensibile tanto per i genitori quanto per i pediatri che assistono le famiglie. I momenti di crisi, spiega la psicologa, "rendono traballante l'individuazione dei punti di riferimento dei bambini e degli adolescenti".
La fascia 9-12 anni puo' sperimentare "imbarazzo, vergogna o tentativi di mascherare le proprie emozioni nascondendo una chiara richiesta di aiuto". Quella dai 13 ai 18 anni, invece, puo' essere travolta da forti sentimenti di confusione che li porta a "prendersi cura di se' stessi da soli o addirittura a sperimentare un'inversione di ruolo, se non ad infilarsi nel mezzo della crisi di coppia" e questo puo' inasprire la loro sofferenza.
Al livello generale poi, i bambini e gli adolescenti che "non hanno possibilita' di mentalizzare o esprimere il loro malessere a parole lo fanno attraverso il corpo che diviene un veicolo per comunicare il disagio: malesseri fisici, cefalee, dolori addominali, spesso privi di cause di natura organica", continua la psicologa.I campanelli d'allarme pero' ci sono e possono essere riconosciuti: dai "disturbi del sonno o dell'alimentazione al calo di rendimento scolastico, fino a forme di chiusura relazionale e sintomi psicopatologici chiari". Cio' che e' importante da tenere a mente e' che, "quando in consulenza i genitori vengono e chiedono se sia meglio il conflitto o la separazione, dobbiamo essere consapevoli che se la separazione si viene a configurare come un processo protettivo per i figli, allora rappresenta un fattore di rischio minore". Il conflitto interparentale puo' essere, infatti, un fattore di rischio maggiore perche' puo' precedere la separazione "di mesi se non di anni e i bambini per tutto quel lasso di tempo ne sono sottoposti".
Figuriamoci, aggiunge la psicologa, quando "nel peggiore dei casi quel conflitto si trasforma in violenza domestica".
L'ostilita' tra i genitori produce inoltre una serie di effetti su diverse aree del funzionamento del bambino. "Dai disturbi del sonno all'internalizzazione o viceversa dei problemi, fino alla crescita delle difficolta' scolastiche, i problemi di salute fisica, lo stress relazionale e la trasmissione intergenerazionale della psicopatologia", prosegue la psicologa.
Risulta chiaro, quindi, come ci siano degli specifici bisogni dei bambini figli di genitori separati che vanno sempre e comunque tenuti in conto quando ci si rapporta con loro. Il pediatra puo' svolgere per questo un ruolo molto importante e deve il piu' possibile, a detta della dottoressa, "cercare di cogliere i segnali di stress nella relazione di coppia, evitando sempre, pero', di cadere nelle trappole relazionali". Queste, spesso in agguato in fase di conflitto, fanno riferimento "alla possibilita' di allearsi con uno dei due genitori, perche' reputato il piu' presente o il piu' sensibile".
Tra le altre raccomandazioni per il pediatra c'e' l'attenzione da riservare ai fratelli del bambino preso in cura che, se adolescenti, "possono mascherare le proprie richieste di aiuto" per non appesantire ulteriormente i genitori. Quella "sofferenza e' da indagare e approfondire", puntualizza Lamuraglia. Infine, e' importante fare rete "con altri professionisti dalle aree giuridiche a quelle di salute mentale per mettere insieme piu' competenze" che permettano di riconoscere in maniera precoce "i segnali di disagio del bambino".
Il pediatra si', ma gli adulti in generale devono seguire parole chiave quali "spiegare, ascoltare e rassicurare" i bambini o i ragazzi che vivono una separazione o un conflitto interparentale, evitando sempre di trasformarli in "consolatori, sostituti, mediatori, pacieri" se non addirittura "in spie".
(Wel/ Dire)