Roma, 29 gen. - Il caso della famiglia autoreclusa in Puglia "non e' unico. Ormai in Italia sono due milioni le persone di ogni eta' che soffrono di Hikikomori, o che hanno evidenti segni subclinici". Lo affermano in un comunicato Donatella Marazziti, docente di Psichiatria a Pisa, e il giornalista e sociologo della Salute, Mario Campanella, della Fondazione Brf (Brain Research Fondazione Onlus) che si occupa di ricerca nel campo delle neuroscienze, commentando la situazione di una famiglia pugliese (padre 40 anni, madre 43, un figlio di 15 anni e una figlia di 9) del Nord del Salento, ora in cura, rimasta chiusa dentro casa due anni e mezzo davanti al computer. Mangiavano solo merendine, biscotti e caramelle comprati dalla figlia di 9 anni, l'unica ad uscire per andare a scuola.
"L'offerta Web aumenta a dismisura- si legge nella nota- e abbondano le App che registrano ogni passo della propria vita e dei congiunti. Tutto questo non fa che aumentare la domanda di chi, avendo una predisposizione compulsiva, non riesce a stare lontano da pc e telefono. Serve un investimento nazionale sulla prevenzione- concludono- che riguardi appositamente gli Hikikomori, anche in considerazione del fatto che le Asl sono quasi del tutto poco informate sul fenomeno".