Condizione che riguarda oltre 300 milioni di persone a livello globale
Roma, 12 feb. - Lavorare a stretto contatto con giovani psichiatri, neurologi, geriatri, altri specialisti e anche con i farmacisti, promuovere l'interazione con i caregiver, consorziare societa' a livello nazionale e internazionale su diverse aree tematiche e dare risalto all'innovazione e alla ricerca: questi tra i principali obiettivi che la Sinpf, la Societa' Italiana di NeuroPsicoFarmacologia, si prefigge per i prossimi anni e che sono stati al centro del XX Congresso Nazionale, svoltosi a Milano.
Nell'ambito del congresso e' stato affrontato un tema di particolare interesse per la comunita' scientifica e per molti pazienti affetti da depressione: il trattamento delle compromissioni cognitive. Ne ha parlato il professor Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'azienda ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano, eletto nuovo presidente della Sinpf insieme al professor Matteo Balestrieri, professore Ordinario all'Universita' degli Studi di Udine, durante il suo intervento "Depressione e riflessi sulla cognitivita' in perimenopausa", realizzato con il sostegno incondizionato di Lundbeck.
Mencacci ha infatti sottolineato che "curare la depressione non significa soltanto trattare i problemi dell'umore, ma anche occuparsi degli aspetti di tipo cognitivo. Disturbi dell'attenzione, compromissioni della fluenza verbale, delle funzioni esecutive e rallentamento psico-motorio potrebbero essere, infatti, importanti campanelli d'allarme della depressione. Migliorare l'attenzione e la memoria potrebbe aiutare il paziente a risolvere alcune problematiche contingenti della depressione, come, ad esempio, le ripercussioni in ambito lavorativo, sociale e famigliare. La depressione ha, infatti, un impatto molto forte dal punto di vista lavorativo e costituisce, non a caso, una delle principali cause di disabilita' sul lavoro, oltre a essere associata a una significativa perdita economica in termini di produttivita'", ha spiegato il professore.
La depressione e' una condizione che riguarda oltre 300 milioni di persone a livello globale, 40 milioni nella sola Europa e 3 milioni in Italia; le donne, rispetto agli uomini, ne sono coinvolte in una proporzione di 2 a 1. Proprio nelle donne in peri-menopausa, periodo tra la pre-menopausa e la post-menopausa che puo' durare anche alcuni anni, il rischio di depressione aumenta di quattordici volte rispetto alla pre-menopausa caratterizzandosi, anche in questa fase della vita della donna, con una compromissione cognitiva soprattutto a carico della memoria e della capacita' di concentrarsi.
"La presa in carico della compromissione cognitiva che si osserva nel paziente depresso- ha spiegato il professor Mencacci- e' una parte fondamentale del lavoro del clinico, a partire da una corretta diagnosi differenziale. Obiettivo del clinico deve essere inoltre il raggiungimento del pieno recupero funzionale e del miglioramento della qualita' di vita del paziente depresso. Ecco perche' e' sempre importante avere a disposizione nuovi farmaci che possano colmare questi bisogni. In questo ambito sono stati fatti passi avanti negli anni fino ad arrivare all'ultimo antidepressivo lanciato sul mercato che permette di trattare anche i sintomi cognitivi legati alla depressione e che e' caratterizzato da un meccanismo d'azione multimodale. Cruciale quindi e' fare in modo che la ricerca clinica non si fermi mai per continuare ad avere trattamenti sempre piu' innovativi".
Un tema, quello della ricerca, caro a Lundbeck, azienda farmaceutica che da 25 anni in Italia e' specializzata nell'ambito delle patologie psichiatriche e neurologiche con l'obiettivo di migliorare la qualita' del trattamento dei disturbi psichiatrici e neurologici attraverso competenze specialistiche, prodotti innovativi e programmi educazionali, in stretta collaborazione con i professionisti del settore.
"La strategia di ricerca e sviluppo di Lundbeck e' rivolta a migliorare la vita delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici e neurologici tra cui la depressione. Nel campo della depressione Lundbeck e' sicuramente azienda leader; infatti, nei suoi 25 anni in Italia ha messo a disposizione di medici e pazienti ben 4 antidepressivi frutto della ricerca interna. Tutto questo e' da sempre portato avanti da Lundbeck con focus passione e responsabilita'- afferma l'amministratore Delegato di Lundbeck Italia, Tiziana Mele- La passione di Lundbeck si vede non solo nella ricerca clinica ma anche nella costante e robusta collaborazione con societa' scientifiche e associazioni di pazienti e familiari al fine di sviluppare servizi innovativi in grado di migliorare la vita delle persone che vivono ogni giorno con disturbi psichiatrici o neurologici. Questo approccio e' chiamato da Lundbeck progress in mind".
(Wel/ Dire)