Roma, 12 feb. - "Da psicoanalista, prendendo spunto dai casi clinici che ho seguito, ribadisco che il principale pericolo per un bambino o per una bambina viene dalle persone a lui piu' vicine; perche' e' nella gente molto prossima che il bambino ripone fiducia non rendendosi conto degli abusi subiti". Lo racconta alla Dire, in un'intervista, Monica Nicola, psicoanalista e membro del Comitato DireDonne commentando l'impegno di 11 giornali dell'America Latina del gruppo 'Diario America' che si sono riuniti per fare chiarezza sui dati del femminicidio infantile.
"Ho visto bambine utilizzate come oggetto sessuale- continua Nicola- da cugini, zii senza saperlo. Si rendono conto che quella che ricevono e' una carezza diversa, ma credono sia normale proprio perche' hanno fiducia in quelle persone e ricevendola nelle zone erogene e' normale che provino piacere. La colpa sopraggiunge solo dopo. Spesso dell'abuso sessuale si parla solo in eta' adulta".
"Negli ultimi sei anni- spiega la psicoanalista, commentando il lavoro delle 11 testate unite in questa indagine statistica- sono state 614 le adolescenti dell'America Latina uccise. Gli 11 giornali del gruppo 'Diario America' (tra cui Globo, foto allegata) si sono impegnati per avere dati sul dramma del femminicidio infantile. Un fenomeno crescente che non e' rappresentato da alcuna statistica ad hoc. Salvador 157, Argentina 140, Brasile 66, Peru' 79, Costa Rica 19, Mexico 89, Colombia 64. Sono ragazzine di meno di 14 anni che hanno trovato la morte dentro la loro casa, o nei luoghi a loro familiari: scuola, trasporti pubblici per andare a scuola, o il parco. Casi- sottolinea la psicoanalista- che non hanno avuto nemmeno una sentenza. Gli assassini sono stati padri, patrigni, mogli del padre, zii, fidanzati della madre o propri, ex, fratelli. Storie di impunita' che arrivano facilmente alla morte delle vittime. I pedofili- conclude Monica Nicola- hanno paura che i bambini raccontini. E' piu' facile ucciderli".
(Wel/ Dire)