Roma, 10 dic. - "La Regione e' al lavoro per dare risposte concrete a tante famiglie che vivono un dramma silenzioso, che nel nostro Paese, solo nell'anno precedente, ha causato tremila morti. Sono sempre di piu' i giovani che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Si registrano casi a partire dai nove anni e l'abbassamento dell'eta' media e' un campanello d'allarme che non puo' essere ignorato". Cosi' in una nota l'assessore alla Sanita' di Regione Sardegna, Mario Nieddu, che ha convocato a Cagliari, insieme alla commissione regionale per le Pari opportunita', il primo tavolo regionale di confronto sui disturbi del comportamento alimentare.
Oggi i centri di riferimento in Sardegna sono a Olbia (Serd, Ats), Cagliari (AO Brotzu) e Iglesias, dove e' presente l'unica struttura semiresidenziale dell'Isola. "È importante aumentare il numero delle strutture e potenziare l'assistenza- precisa l'esponente della giunta Solinas- oggi chi soffre di disturbi del comportamento alimentare, specie nelle fasi acute, e' costretto a rivolgersi ai centri fuori Sardegna, con gravi disagi per le famiglie. Un costo sociale altissimo ed un costo economico per il sistema sanitario regionale, gravato dalla mobilita' passiva".
Soddisfazione da parte della Commissione Regionale per le pari opportunita'. "Da tempo- dichiarano le commissarie- auspicavamo la costituzione di un tavolo di confronto a cui potessero prendere parte i tecnici e i rappresentanti del mondo dello sport, della scuola e delle famiglie. Con l'obiettivo di mettere in moto sinergie".
Al tavolo, oltre ai responsabili dei centri di riferimento dell'isola, anche gli ordini professionali degli psicologi e degli assistenti sociali, il Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, l'Ufficio scolastico regionale, il Coni e la Polizia postale. "Affrontare il problema- aggiungono le commissarie- significa intervenire anche nell'ambito della prevenzione. Spesso, soprattutto fra i giovani, esiste una pericolosa connessione fra questi disturbi e fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, il mondo dello sport e delle Forze dell'ordine diventa quindi fondamentale".
(Wel/ Dire)