Involuzione e' culturale, violazioni diritto consenso informato
Roma, 23 apr. - Sulla salute mentale il problema e' "l'involuzione culturale dell'Italia". Da qui parte la riflessione di Gisella Trincas, presidente dell'Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale (Unasam), che in audizione in commissione Affari sociali, aggiunge: "L'involuzione sta attraversando il nostro Paese. La gravita' della situazione italiana sta determinando la ripresa e la legittimazione di pratiche coercitive istituzionalizzate.
L'Italia per questo e' gia' stata richiamata dall'assemblea generale Onu il 31 gennaio 2017".
La denuncia dell'associazione svela i due volti della medaglia: "La buona maggioranza dei servizi psichiatrici di diagnosi e cura praticano la contenzione, hanno le porte chiuse e la vigilanza armata". Dall'altro lato, "sono ancora troppe le persone con disturbo mentale che continuano a permanere dentro le carceri, senza che nelle regioni siano istituite le commissioni Salute mentale". Per queste ragioni, il 14 e il 15 giugno, Trincas ha fatto sapere che "ormai oltre 150 associazioni stanno promuovendo la conferenza nazionale della salute mentale, perche' questa torni ad essere centrale nelle politiche di sanita' pubblica, sempre a confronto con istituzioni e societa' civile".
Tra gli altri problemi si registrano poi accorpamenti dei Centri di Salute mentale "anche per un territorio di 160mila abitanti, come sta accadendo in questi giorni a Cagliari, con dipartimenti ridotti nel numero e ridefiniti non sulla base delle indicazioni del 'Progetto Obiettivo' ma in risposta ad esigenze di riduzione della spesa", fa sapere Trincas.
Diverse quindi le questioni su cui l'Unasam intende porre l'accento, tra queste c'e' proprio il miglioramento dei servizi territoriali di salute mentale poiche' "le stesse relazioni ministeriali mostrano una situazione, tra e nelle regioni, a macchia di leopardo. Una situazione- ha continuato la presidente Unasam- in cui convivono servizi culturalmente avanzati con risorse umane adeguate e percorsi di cura personalizzati e, di contro, la maggioranza del territorio nazionale con servizi culturalmente arretrati, poveri di risorse e di opportunita', dove si arriva a pratiche coercitive nei servizi psichiatrici di diagnosi e cura ospedaliera".
Liste d'attesa che durano "mesi se non anni", centri per la salute mentale "aperti soltanto per alcune ore al giorno e non tutti i giorni" e servizi "ridotti spesso ad ambulatori psichiatrici che intervengono prevalentemente sulle urgenze e le emergenze con trattamenti farmacologici a vita. Tso elevati e ripetuti", ha ribadito Trincas. Talvolta si incorre addirittura in "violazioni del diritto al consenso informato", ha concluso.
(Wel/ Dire)