Psicomotricita', Ipse: Formare sul sapere essere
Pezzotta (Presidente): Integrare cio' che c'e', altrimenti diventa altro
Roma, 25 set. - "Oltre che formare sulle competenze e' importante lavorare sul saper essere. Lo psicomotricista lavora con qualcuno che non sa ancora 'essere' e puo' rischiare di farlo diventare cio' che non vuole essere". Questo e' il nodo centrale della formazione secondo Pierluigi Pezzotta, presidente della Scuola di Psicomotricita' Ipse, intervenuto alla giornata di studio dell'Istituto di Ortofonologia. Il medico ha poi aggiunto che ai microfoni della Dire: "Se la psicomotricita' vuole veramente essere qualcosa di integrato deve integrare cio' che c'e' e non inventare cio' che non c'e', altrimenti diventa fisioterapia, diventa altro".
La formazione parte allora dal riconoscimento "dei propri limiti che diventano risorse- spiega Pezzotta- dal riconoscere le proprie caratteristiche. Nessuno che lavora con gli altri puo' essere uguale a qualcuno. Va bene avere dei modelli, ma e' importante riconoscere le proprie capacita' per poter usare quelle, cosi' come si fa con i bambini".
È certamente una figura strategica perche' "rappresenta la possibilita' di agganciarsi alle varie patologie o non patologie, essendo educativa e riabilitativa, con una mentalita' aperta e non vincolata ad obiettiva, ma non e' priva di metodo e di organizzazione. Non e' 'Facciamo fare cio' che ti pare', il narcisismo puro e assoluto e quindi sviluppare l'onnipotenza. È il riuscire a dare valore all'esistenza di ciascuno per quello che e'. Per tutte le terapie fisiche e' fondamentale riconoscere il limite come vantaggio, altrimenti non si puo' andare avanti. Un bravo psicomotricista- conclude Pezzotta- lavora in equipe e oggi portare avanti questa idea e' importante".
(Wel/ Dire)
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