Le testimonianze di Alaef e l'istituto 'Grief & Growth' per Ri-costruire
Roma, 8 mag. - "Esiste un'etica del dolore, un valore assoluto: la dignita', non indietreggiare mai". Sono le parole di Giustino Parisse, giornalista, che durante il terremoto a L'Aquila di 9 anni fa ha perso il padre e due figli. Una delle tante testimonianze portate al convegno 'Ri-costruire la vita: ricerca di senso e crescita post-traumatica nel terremoto di Onna e L'Aquila', organizzato dall'associazione di logoterapia 'Alaef' e l'istituto 'Grief & Growth' (lutto e crescita) all'Universita' pontificia salesiana di Roma.
"La sfida e' non rompere il filo della memoria, Ri-costruire quindi. I luoghi, i beni materiali, i pezzi della storia privata e pubblica diventano preziosi- ha raccontato Parisse-. Io conservo i quaderni dei miei figli per esempio, e in paese abbiamo raccolto materiale per libri e documentari dall'VIII secolo a oggi visibili alla Casa della Cultura. L'idea di felicita' me la danno proprio i ricordi di vita passata cosi' semplici da apparire futili. Non si supera il dolore, e' un nemico-amico che ti segue continuamente. Va trasformato. Col dolore cade ogni maschera e la memoria dei miei figli mi aiuta a non cercare scorciatoie".
Questa e altre testimonianze rientrano nel quadro delle intuizioni di Viktor Frankl, psichiatra di origini ebree, reduce dai campi di concentramento, che ha dato inizio alla 'Logoterapia': l'analisi esistenziale. Il professor Daniele Bruzzone, presidente di 'Alaef', ha spiegato come, secondo Frankl, "l'esigenza di senso si realizza nei momenti piu' difficili e diventa l'estremo baluardo della dignita' umana per non perdere la propria integrita', cio' di cui bisogna avere piu' cura. La crescita post-traumatica e' l'inedita capacita', che appartiene a ogni essere umano, di crescere nelle situazioni piu' difficili. La vulnerabilita' dunque, propria di chi vive dolori estremi, non destituisce dal senso, ma puo' ricondurlo". Inoltre, ha sottolineato Bruzzone, in una societa' "tanatofobica come la nostra, e' importante ricordare che la morte fa parte della vita e possiamo affrontarla".
'Grief & Growth' ha presentato una ricerca durata tre anni e mezzo. "Grazie all'accoglienza di Onna Onlus, sono stati consegnati i nostri questionari, casa per casa, a 70 abitanti tra Onna e L'Aquila" ha raccontato Alfredo Altomonte, psicoterapeuta e consigliere di 'Grief & Growth'. "Lo scopo era capire come intervenire per aiutare in futuro chi dovra' affrontare una simile situazione". Solo 35 questionari sono stati compilati, un campione minimo, ma indicativo. I dati hanno rilevato una crescita post-traumatica minima e il senso di comunita' sceso dal 6 all'1%. A Onna dovevano essere avviati 20 progetti nel 2016, ma ad oggi solo 4 sono in essere, solo il 20% del paese e' stato ricostruito e c'e' chi ha visto iniziare il lavori di casa propria ed e' morto il giorno dopo. "In un primo momento la comunita' si e' stretta nel dolore, ma nel tempo le situazioni burocratiche hanno favorito la disgregazione piu' che l'unione" ha detto Altomonte. "I dati evidenziano in modo positivo l'apprezzamento per la vita, una delle dimensioni di crescita: l'80% delle persone cercano un significato".
La valutazione dei risultati si puo' cosi' riassumere: 1. Il legame con i cari che non ci sono piu' continua all'interno della persona e puo' essere una risorsa. 2. Dopo il lutto c'e' un'oscillazione continua tra il senso di perdita e il senso di potercela fare, ed e' importante ricordare che questi sbalzi emotivi sono naturali. 3. È utile per questo una terapia. 4. La ricerca di senso porta le persone a chiedersi cosa la vita chiede di fare in una simile situazione.
Tra i messaggi positivi del convegno, c'e' stato quello di Maria Luisa De Luca, presidente di 'Grief & Growth': "Si puo' passare da una situazione tragica a una rinascita. Gli eventi tragici ci mettono a contatto con l'essenza della condizione umana, la finitezza, la mortalita'", ha detto enumerando i risultati scientifici delle ricerche sul trauma. "Non esiste nulla come l'impatto della morte di un figlio e la rete sociale e' cio' che piu' riesce a mediare tale impatto". Ha poi spiegato come i concetti di auto-trascendenza e forza di resistenza dello spirito di Frankl coincidano con i concetti di crescita post-traumatica o resilienza. "Quando si sopravvive a un evento traumatico- continua- si evince un cambiamento nella percezione di se', nelle relazioni con gli altri e nella propria filosofia di vita". Parole traducibili con l'esperienza di Giustino Parisse quando ha descritto come "insopportabile, il falso pietismo della gente" o "futile, la ricerca spasmodica della ricchezza".
Paola Versari, vice-presidente di 'Alaef' e anche logoumorista, ha concluso portando la testimonianza di Francois Xavier e della moglie Claudine, scampati al genocidio avvenuto in Rwanda nel 1994. Francois, chiamato dagli squadroni della morte per essere giustiziato, ricevette la benedizione dalla moglie e in quel momento capi' che la buona morte consiste nel morire amando: "Ho avuto pace ed ero pronto a morire". Per motivi inspiegabili sono stati risparmiati dal massacro e si sono trasferiti in Francia. "Quando al termine di una nostra testimonianza- racconta Francois Xavier nel video- la gente si inginocchiava al nostro passaggio, abbiamo capito che la sofferenza e' vera se offerta e trasformata in amore: la gente era toccata non tanto da noi, ma dall'amore che veniva fuori dal racconto". Francois Xavier e Claudine hanno deciso cosi' di tornare in Rwanda a ricostruire amore tra le etnie perche' "sopravvivere e' un impegno". Secondo Versari quindi, "cio' che cambia non e' il dolore della perdita, ma attraverso la trascendenza l'amore si trasforma e diventa sacrificio 'per amore di'. Concetto caro a Frankl, per cui, ha concluso la psicoterapeuta, "l'amore e' l'unica garanzia di vita eterna e come tutte le essenze non e' catalogabile nel tempo".
(Wel/ Dire)